Come ho già avuto modo nei miei interventi precedenti, la terza missione della conoscenza si apre a scenari nuovi. Possiamo dire che “scopre l’umano”, si fa “umanesimo sociale nel primato dell’azione partecipata”, riparte della conoscenza e dai saperi non solo interdisciplinari e pluridisciplinari ma anche transdisciplinari.
Uscire dallo stadio contemplativo per entrare in quello “attivo”, dell’attivismo, dello “stare in rete” creando comunità di prossimità delle relazioni sociali, culturali ed istituzionali con al centro “la persona” significa promuovere il rispetto della dignità umana. Il “sapere” che diventa condiviso. Non è sottrazione (modum subtrationis) ma è addizione (modum additionis) proprio come dice Maritain. La didattica, la ricerca e la stessa “terza missione” rischiano di essere nello stadio incompiuto momenti “classici” della costruzione della “comunità condivisa”.
L’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile e gli Obiettivi stessi sono “movimenti” che tracciano il cammino, che esplorano nuove vie e che guardano nuovi orizzonti. L’alleanza nell’ambito della “filiera della conoscenza” sviluppatasi nella società tra i corpi accademici e la macchina amministrativa del personale è doverosa, è la reale “infrastruttura” senza la quale la “terza missione” della conoscenza non può compiersi. Le università e la società del sapere sono alla ricerca della loro non unica missione, ma della loro missione, della propria missione in funzione del territorio, come ci ricorda Ferruccio Resta.
La “Civic University” di Goddard si intreccia con l’incontro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs ONU 2030). Gli obiettivi della terza missione evolvono, entrano in una fase nuova, quella di superare la “crisi centrata sulla persona”. E in questa direzione che cambia la missione della società della conoscenza e delle università: favorire la crescita delle persone, superare le disuguaglianze, favorire un pluralismo più vero ed esteso, inclusivo ed equo, “che sia capace di porre tutte e tutti, finalmente e sostanzialmente, su uno stesso piano di potenzialità, di opportunità e di diritti” (ctz Antonella Polimeni). E non è un caso che ormai entriamo pienamente nella “quarta missione della conoscenza”, missione politica per la persona.