L’aggravarsi delle diseguaglianze è la vera questione saliente e trasversale del Paese. Sono tre i fenomeni più preoccupanti, ovvero il tasso di disoccupazione femminile, l’accesso al mondo del lavoro dei giovani e il divario Nord-Sud, priorità anche del PNRR. È quanto ribadito dal presidente del CNEL Tiziano Treu, nell’Audizione congiunta con i rappresentanti dell’Istat davanti alla Commissione Lavoro della Camera nell’ambito dell’indagine affidata al CNEL e all’ISTAT sulle disuguaglianze nel mondo del lavoro prodotte dalla pandemia. “Tali diseguaglianze, già cresciute negli ultimi anni, sono state ulteriormente aggravate dalla pandemia Covid e poi dall’impatto sui lavoratori dipendenti e autonomi e sulle famiglie della crisi energetica e dell’inflazione. Il divario nelle retribuzioni dei giovani ha raggiunto il 50-60% di quella degli adulti mentre la differenza retributiva oraria per le donne è al 10-12% in meno e su base annua raggiunge il 40%. Gli interventi del precedente Governo, pur importanti e messi in atto per contrastare tale crisi, non sono stati sufficienti a contenere l’aggravarsi delle condizioni sociali e la povertà. Tutte le analisi sociali, compresa quella svolta da CNEL e Istat per incarico della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, mostrano la drammatica gravità delle diseguaglianze nel Paese”, ha detto Treu.
Nuove diseguaglianze si sono aggiunte a quelle preesistenti e si sono differenziate nelle loro dimensioni, assumendo carattere multidimensionale, colpendo i gruppi più deboli e bloccando la mobilità sociale. Giovani e donne sono i più colpiti dalla precarietà, cioè da contratti a tempo determinato, spesso di brevissima durata. È vero che il tasso di disoccupazione dal 2014 è progressivamente diminuito ma, dopo la crescita registrata tra giugno 2020 e maggio 2021, torna a decrescere progressivamente e a novembre 2022 si attesta a 13,6%, valore di 4,5 punti inferiore a quello di febbraio 2020”, ha aggiunto. Il tasso di disoccupazione femminile, sempre più elevato, ad aprile 2020 scende sostanzialmente allo stesso livello del maschile, per poi risalire e attestarsi a novembre 2022 a un livello di -1,5 punti inferiore a quello di febbraio 2020 (-1,9 tra gli uomini). Il numero di indipendenti a novembre 2022 è ancora inferiore a quello di febbraio 2020 di oltre 200 mila unità”, ha concluso Treu.