Finalmente l’Italia c’è e si fa sentire in Europa con la presentazione di centinaia di emendamenti alla Direttiva sulle case green, tanto che il voto in Commissione Industria, ricerca ed energia dell’Europarlamento è stato rinviato al 9 febbraio. Gli eurodeputati avrebbero dovuto esprimersi il 24 gennaio prossimo, ma l’esame degli oltre 150 emendamenti presentati è stato posticipato per consentirne lo smaltimento. I gruppi dei Conservatori, del PPE e dei Sovranisti che fanno riferimento alle forze, che compongono il governo Meloni di Centrodestra, hanno dichiarato che daranno battaglia per evitare che vengano approvate norme che penalizzerebbero i proprietari di immobili italiani.
Risulta chiaro infatti che se dovesse passare il pacchetto predisposto dalla Commissione, si tratterebbe di una vera e propria “ecopatrimoniale”, contro la quale si è sempre battuta Federpoprietà. Come si ricorderà fummo i primi a sollevare il problema delle intenzioni della Commissione europea sul tema dell’efficienza energetica, così come si stava prospettando fin dall’estate del 2021, allorquando denunciammo che “La nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, attesa per il prossimo 14 dicembre, con la quale, di fatto, si procede a una sorta di esproprio ecologista degli immobili ‘non a norma’, è l’ennesima misura bizzarra della Ue e un altro colpo micidiale al mercato e al patrimonio immobiliare degli italiani, già messo a dura prova dalla riforma del catasto messa in cantiere dal governo Draghi. Legare l’efficienza energetica degli immobili a un divieto di vendita o affittare gli immobili – lamentava Federproprietà – è una misura inutile quanto penalizzante e va nella direzione opposta a quei provvedimenti di incentivazione e sostegno che la nostra associazione chiede da anni al governo e alle istituzioni Ue sul fronte del giusto e doveroso processo di efficientamento energetico degli immobili. Ma non saranno minacce o espropri – concludeva Federproprietà – a risolvere la questione che in Italia riguarda milioni di proprietari immobiliari, che da oggi vedono la Ue come una minaccia per le proprie case”.
Dopo tali proteste, Bruxelles fece marcia indietro con il Vice presidente della Commissione che disse: “Permettetemi di affrontare alcune delle preoccupazioni specifiche che abbiamo visto negli ultimi giorni. Bruxelles non vi dirà che non potete vendere la vostra casa se non è ristrutturata, e nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non è ristrutturata”, – disse in conferenza stampa (prima di Natale 2021) Frans Timmermans. – “La proposta è lasciare agli Stati membri la libertà di decidere come far rispettare gli standard minimi. Ciò già accade con successo in vari Stati membri”… “Da questa esperienze” – continuava Timmermans – …“ogni Stato potrà trarre le lezioni necessarie per applicare nella maniera più giusta ed efficace la nostra proposta”… “Un sostegno finanziario è e sarà sicuramente necessario. In molti casi si potrà ottenere un sostegno dal governo italiano o dall’Unione europea per aumentare il valore della propria casa e ridurre la propria bolletta energetica. Ci vogliono sforzi” – concluse il Commissario per il clima – …“ma sicuramente ne vale la pena….”. Naturalmente non c’era da fidarsi.
Infatti dopo qualche mese paventammo ed evidenziammo nel corso del Convegno del 12 dicembre, u.s., promosso dalla suddetta associazione e dal Censis, che “l’Europa avrebbe continuato a minacciare i proprietari, per cui chiedevamo che il governo li sostenesse”. Ricordammo che “Fino dal 2021 da Bruxelles si era tentato un vero e proprio golpe sul patrimonio immobiliare italiano, legando l’efficienza energetica degli immobili a un divieto di vendita e di affittare gli immobili, una misura oltretutto incostituzionale, che fu fortunatamente sventata in extremis. “Di sicuro, l’obbligo di efficientamento energetico degli immobili, a carico dei proprietari, unito al rincaro delle bollette e del costo della vita, avrebbe rappresentato – sostenne chi scrive – un peso insostenibile per il settore, che va sostenuto e non penalizzato”.
Successivamente ero tornato sul tema con un articolo pubblicato sul quotidiano “la Discussione” in data 2 gennaio scorso nel quale sottolineavo: “che in Italia abbiamo uno stock immobiliare molto vecchio costituito prevalentemente negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, per cui “Se non saranno più consentite le compravendite di immobili sotto una certa classe energetica, vorrebbe dire azzerare il valore dei beni che non saranno adeguati ai nuovi requisiti”… “La normativa che potrebbe arrivare da Bruxelles ha poi il difetto di disciplinare in modo uniforme ciò che ha una forte specificità locale.”…
“La casa e la proprietà edilizia, bene rifugio per eccellenza degli italiani, in questo modo è sotto attacco della politica, specialmente di quella europea e mondialista, per cattiva conoscenza della materia ovvero per pregiudizi ideologici.”, per cui è da condividere completamente l’annuncio della presentazione di una Risoluzione al Parlamento italiano per chiedere al Governo di scongiurare l’approvazione della Direttiva in quanto in Italia “la casa è sacra e non si tocca”.