La prossima settimana la Unione europea lancerà un’iniziativa per aiutare le regioni Ue sia a contrastare il doppio fenomeno del declino demografico e della fuga di cervelli, che per aiutarle a mantenere, sviluppare e attrarre talenti. Lo ha annunciato la commissaria europea per la Coesione Elisa Ferreira. Rispetto all’Europa negli ultimi 100 anni la popolazione mondiale è più che quadruplicata grazie all’allungamento della vita, al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e alla progressiva diffusione di stili di vita di tipo occidentale, e il pianeta ha raggiunto proprio in questo periodo gli 8 miliardi di persone. Si prevede che attorno al 2100 si arriverà a una sorta di stabilizzazione, caratterizzata però da un diverso equilibrio tra generazioni, con molti anziani e pochi giovani (la famosa piramide rovesciata).
Le differenze rimarranno forti, sia in termini di popolazione complessiva, che di rapporto giovani-anziani. L’Africa passerà da 1 miliardo e 300mila abitanti di oggi a 4 miliardi e 300mila. L’Asia da 4 miliardi 600mila a 5 miliardi e 300mila. Mentre l’Europa passerà da 750 milioni a 630 milioni. E se confrontiamo le due sponde del Mediterraneo, che per tanti motivi ci interessano in modo particolare, i Paesi della sponda nord (Spagna, Francia, Italia e Grecia) a seguito della cosiddetta seconda transizione demografica subiranno un calo accentuato di mortalità, natalità e popolazione, mentre i Paesi della sponda sud (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto) continueranno ad avere tassi di natalità alti e popolazione in crescita, tipici della cosiddetta prima transizione demografica.