domenica, 29 Settembre, 2024
Economia

Nel 2023 le imprese taglieranno gli investimenti

Da un’indagine realizzata dalla Cna presso circa mille imprese, emerge un quadro d’incertezza sull’anno appena iniziato. Caro-energia e inflazione sono le principali criticità che avranno un impatto negativo sull’attività delle aziende. Oltre sei imprenditori su dieci non formulano previsioni sull’economia italiana, il 13,5% prevede una recessione mentre uno su quattro prevede che l’Italia continuerà a crescere lentamente.   Alla grande incertezza le imprese rispondono con prudenza e cautela. Quasi il 40% degli intervistati dichiara che ridurrà gli investimenti e quasi uno su tre prevede una discesa del fatturato.

Nel complesso è prevista una tenuta dei livelli occupazionali: il 66,5% indica stabilità degli organici, il 21% una diminuzione del personale e il 12,5% un incremento. L’attesa sforbiciata agli investimenti rappresenta un campanello d’allarme per la competitività del tessuto delle imprese. Un segnale a Governo e Parlamento per consolidare e potenziare gli strumenti di incentivazione per innovare e rafforzare il patrimonio produttivo.

Un motivo in più per accelerare la messa a terra degli investimenti previsti dal PNRR. I fattori di rischio per l’economia rimangono gli stessi. Secondo il 65,5% delle imprese il caro-energia rappresenta la principale minaccia alla crescita, e oltre alle bollette c’è forte preoccupazione sul prezzo dei carburanti. Subito dopo le spinte inflazionistiche per il 47,7% degli intervistati. Il 41,8% indica la mancata attuazione degli investimenti del PNRR e il 39,7% il venir meno delle politiche di sostegno all’economia.

Dalle risposte delle imprese non emergono timori legati a una eventuale recrudescenza della pandemia mentre una su tre lamenta difficoltà nel reperimento di personale specializzato. Rispetto alle prospettive del Paese, gli imprenditori esprimono una maggiore consapevolezza circa le aspettative sulla propria attività. L’area dell’incertezza scende al 37%, che tuttavia rappresenta un valore molto elevato. Il resto si divide tra chi prevede un 2023 soddisfacente (29,8%) e coloro che si aspettano un andamento negativo (33%).

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