domenica, 15 Dicembre, 2024
Agroalimentare

Prandini (Coldiretti): agroalimentare e Made in Italy, difendiamo qualità, prodotti ed economia

Un agroalimentare che ha un ruolo strategico per l’economia nazionale.
Un settore che ha bisogno di tutele e attenzioni per la qualità dei prodotti per il numero di imprese di eccellenza e la professionalità dei lavori. Parte da queste riflessioni il bilancio di fine anno della Coldiretti.
“Dagli attacchi alla produzione di carne, salumi e vino alla battaglia sull’etichetta nutriscore che boccia le eccellenze Made in Italy, dal pericolo dell’arrivo nei piatti di carne, latte o pesce in provetta fino alla difesa delle denominazioni più tipiche con l’attesa sentenza sul Prosek, una palese imitazione del Prosecco che è il vino più venduto a livello mondiale”. Sono queste secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini alcune delle sfide che nel 2023 attendono il cibo ed i vini Made in Itay nell’Unione Europea dove peraltro si attende nel nuovo anno il via libera alla nuova genetica “green” “capace di sostenere l’obiettivo della sovranità alimentare”, scrive la Coldiretti, “difendere il patrimonio di biodiversità agraria presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista”.

L’impegno per il Green Deal

Nell’agenda 2023 del presidente Ursula Von der Leyen nell’ambito del Green Deal “c’è anche la legislazione per nuove tecnologie di miglioramento genetico che”, sottolinea la Coldiretti, “permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Innovazioni che non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e dunque non hanno nulla a che vedere con gli Ogm come dimostrano gli accordi siglati dalla Coldiretti con la Siga (Società Italiana di Genetica Agraria) e con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura)”.

Nutriscore, indicazioni sleali

È stata invece rinviata almeno all’autunno 2023 la presentazione della proposta di regolamento a conferma le perplessità sull’etichetta a colori manifestate dall’Italia e da altri Paesi. “Il Nutriscore è infatti un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che”, osserva la Confederazione, “finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine”.

Tutelare la qualità

L’equilibrio nutrizionale, puntualizza la Coldiretti, non va ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto. “In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze”, fa presente la Confederazione, “della dieta mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano o al Grana Padano.
Un approccio che va combattuto perché apre le porte al cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche, che rappresenta una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta”.

Cibo sintetico, la mobilitazione

Sono circa 350mila le firme già raccolte dalla mobilitazione della Coldiretti per promuovere la legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico per il quale nel 2023 potrebbero essere già presentate le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio in Europa dopo il via libera della Fda negli Stati Uniti. “La Commissione Europea ha infatti rivelato di attendersi per il prossimo anno le prime domande di autorizzazione per il mercato europeo per la carne prodotta in laboratorio come novel food”, ricorda la Confederazione, “Un percorso da fermare in Italia come dimostra il successo della mobilitazione di Coldiretti a conferma della forte opposizione degli italiani ai cibi artificiali, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, evidenziata dal Censis secondo cui si tratta di una realtà nettamente rifiutata dall’84% degli italiani che si dichiara contrario all’idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura”.

Istituzioni e associazioni

La contrarietà è trasversale come dimostrano le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa di Coldiretti, Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia. Insieme al premier Giorgia Meloni e al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare hanno firmato Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e numerosi Vescovi. “La verità”, denuncia Coldiretti, “è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali”.

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