Un breve appunto di fine anno, a promemoria di quello che verrà, ci viene offerto da una delle domande di maggiore attualità, ovvero: business e amore possono, se non andare d’accordo, provare quantomeno a convivere?
Il tema non è dei più semplici e ha molte sfaccettature. Tipo la storia del consulente con bimbi a carico che organizzava quei benedetti corsi di formazione il sabato perché, si seppe poi, dei pargoli non ne voleva sapere granché, con la moglie non andava d’accordo e dunque avrebbe divorziato di lì a poco (ma tipo allenarsi per un’ultramaratona no? Avrebbe fatto bene all’anima, al corpo, al conto in banca e a molte vite con altri piani per il weekend).
Madri, padri, figli e carriere
La questione, tuttavia, si fa molto seria quando ci si trova ad affrontare questioni come quella di diventare madri o padri perché diventare genitore ti cambia la vita. Si tratta di una vera e propria lenzuolata che sparecchia le nostre abitudini, rovescia le priorità e richiede un diverso settaggio pratico, organizzativo e mentale. Insomma, c’è un prima e un dopo grazie all’unico e vero “per sempre”.
Tuttavia, resta una sfida affascinante capace di ripagare di molte cose, come racconta Matteo Bussola in un libro di qualche anno fa edito da Einaudi, Notti in bianco e baci a colazione, che ho riletto con piacere, complice l’arrivo della mia seconda figlia.
Ora, su come giocarsi la partita come si sa non esistono formule. E, nel caso mamma e papà siano impegnati nel costruirsi un proprio percorso di carriera, molto peso hanno le diverse personalità, le realtà aziendali per le quali lavorano, la presenza di imprenditori più o meno illuminati, quando non addirittura sistemi di welfare che talvolta determinano scelte di vita su dove, geograficamente, metter su famiglia non sacrificando le proprie ambizioni.
La parola chiave: flessibilità
C’é però un dato che sembra mettere d’accordo ed è la flessibilità. Come infatti conferma un recente studio realizzato per l’Italia da ADP Research Institute, alla domanda: “Pensi che lavorare da casa abbia reso più facile o più difficile il lavoro per chi è genitore?”, due genitori su cinque hanno risposto “più facile”. Percentuale che sfiora il 50% se il neonato ha meno di un anno, ovvero nel momento di massima difficoltà per una coppia.
Insomma, provare a conciliare in modo positivo lavoro e famiglia si può. Ma occorrono politiche ad altezza d’uomo, ovvero capaci di guardare il mondo dalle nostre esigenze pratiche. Perché la vita è “quello che cerchi di fare con ciò che ti capita”. Buon 2023.