Invece di festeggiare la nascita di Cristo, festeggiamo Babbo Natale. Klaus Schwab e Jacques Attali sostengono che Cristo non è mai esistito. All’Università di Birmingham non si può augurare “Buon Natale” perché è divisivo. Le luminarie blasfeme di Bologna usano il testo della canzone “Imagine” di Lennon per sostenere che “non ci sia nessun paradiso”, “nessun inferno” e “nessun paese” (no country) e “nessuna religione” e che solo da questa “pulizia” culturale e simbolica nasce una “vita in pace”.
Durante la notte a Marnate il presepe di piazza Sant’Ilario è stato vandalizzato: qualcuno ha messo dei petardi nella mangiatoia, distruggendo la statuetta di Gesù bambino; Un Santo Stefano da dimenticare a San Giorgio di Piano, un incendio ha distrutto il presepe e un confessionale di interesse storico; Ad Agropoli, in provincia di Salerno, sono state rubate le statue del presepe realizzate dal maestro Antonio Guida, tra le immagini rubate anche quella di Gesù bambino. Nella frazione di Lavina, ad Aci Sant’Antonio, ignoti hanno devastato il presepe, distrutto l’albero di Natale e decapitato la statua di San Francesco.
A Roma, nel quartiere Cornelia, come racconta il giornalista Emanuele Mastrangelo, all’asilo della figlia gli insegnanti prima si sono rifiutati di realizzare il presepe poi, dopo che lui stesso lo ha portato a scuola, lo hanno fatto sparire. Sempre nel Lazio a Ferentino, la responsabile cittadina di Cultura Identità, Claudia Angelisanti, denuncia l”assenza del presepe in città a fronte delle tanti luci installate dal comune; A Vercelli i vandali hanno distrutto le sagome del presepe che avevano allestito i bambini delle Scuole Cristiane.
Ed in Francia, ma anche nel resto dell’Occidente, le cose vanno peggio perché chiese e presepi vengono oltraggiati e sfregiati. Nella chiesa di Sant’Anna d’Arvor nella città di Lorient, nel sud della Bretagna, sono stati distrutti diversi simboli religiosi: le statue della Vergine Maria, quella di Stana Teresa del Bambino Gesù e di Santa Giovanna d’Arco sono state ridotte in mille pezzi. Il presepe allestito nella chiesa è stato deturpato. Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre sono stati scritti insulti sulle porte della chiesa di San Rocco, nel centro di Parigi. Il 19 dicembre, a Rouen, il capolougo della Normandia, due giovani ubriachi hanno scalato le pareti della chiesa di San Macuto e hanno fatto cadere dal tetto un pinnacolo. Il 20 dicembre, nella chiesa della Trinità a Bordeaux, sono state trovate sei biglie d’acciaio vicino a un doppio vetro interno. All’inizio di dicembre nel Puy-de-Dome – la regione del Clermont-Ferrand – si è cercato di incendiare la chiesa dedicata a San Giovanni del Comune di Ambert. A Cannes tra il 21 e il 22 novembre nella chiesa di san Giuseppe è stato profanato il Santissimo Sacramento presente nel tabernacolo.
Si tratta di vandalismi, di profanazioni, di minacce ai sacerdoti, di incendi ai danni di parrocchie, cappelle e oratori senza che le istituzioni preposte, governi e media ne parlino e, di conseguenza, affrontino il problema.
In una bella intervista di qualche anno fa, apparsa su “Il Corriere della Sera” ad una domanda di Elisabetta Rosaspina ad Arturo Perez Reveste, lo scrittore e giornalista spagnolo cosi rispondeva. “L’Europa non ha gli strumenti per difendersi dai jihadisti, per confrontarsi con le nuove sfide… Le idee generate dalla Rivoluzione francese ci mettono in condizione di inferiorità”… Ma finché l’Europa penserà che la guerra si vinca con il dialogo e i negoziati, non ne uscirà. I governi europei mentono ai loro cittadini, nascondono loro la situazione: la verità è che non siamo preparati alle sfide in arrivo. Abbiamo creduto che la violenza esistesse lontano da noi: …e adesso ci stiamo bruscamente risvegliando. Noi stiamo retrocedendo, ci arrendiamo: “Se una pubblicità viene ritirata per non offendere la sensibilità degli immigrati musulmani”… “Se una donna si copre il capo” o se a Natale non si fanno presepi e non si canta tu scendi dalle stelle. “Se permettiamo a una maestra di velarsi per fare lezione in una scuola pubblica”… “Chi arriva è ben accetto, ma deve adeguarsi alle nostre regole. Nessuno può esigere che le cambiamo, questo coraggio nel difendere il nostro modo di vivere all’occidentale e le linee rosse, i nostri politici non ce l’hanno”.
“Per paura di sentirsi chiamare xenofobi, razzisti o fascisti. L’Europa non ha questa capacità di resistenza, per mancanza di coraggio. A lungo termine, sarà una guerra persa”. E cosi piano piano dimentichiamo usi e tradizioni cristiani e smettiamo di fare il presepe.