Proprio bella questa manovra. Inutile commentarla tanto è stata talmente commentata che tutti l’abbiamo sentita già. L’abbiamo sentita ma non abbiamo capito nulla. Più tasse meno tasse, più lavoro meno lavoro, più stipendio meno stipendio, più investimenti meno investimenti. Tutto e il contrario di tutto. È così che i politici hanno raccontato quest’ultima manovra. Tanto nessuno la leggerà mai, e forse anche molti di loro non l’hanno neppure letta. A che serve leggerla, l’importante è commentarla, ma in televisione e sui giornali, perché al Bar non si commenta più. Al bar ormai si consuma e basta, anzi, si consuma col pensiero. Col pensiero di prendere la cosa che ti fa meno male. Siamo ossessionati dallo zucchero, dalle bollicine e da tutto quello che una volta ci piaceva, e basta. Ne prendi mezzo con me? Questa cosa ti solleva. Anche lui è preoccupato come te. Meno male.
È così che guardiamo la manovra, sperando unicamente che non ci faccia male e di dividere i danni con gli altri. Come al bar, lo prendiamo il caffè che ci offrono ma … speriamo che non ci faccia male. Perché dovrebbe farci male un caffè. Ne abbiamo presi decine al giorno e ci siamo arrivati sani a prendere anche quest’ultimo caffè. Ma ora è diverso, ci hanno detto che il caffè fa male e poi se mettiamo lo zucchero non ne parliamo. Diventa veleno. Un caffè?
Ma che bella manovra, tanto non dobbiamo mangiarla. Se avessimo dovuto mangiarla l’avremmo guardata con molta attenzione, riga per riga. Ma non dobbiamo mangiarla e allora come sia sia va bene comunque.
Altri scontri in parlamento su questa manovra ma non ci fanno più nessun effetto. E che si mangia la manovra? No, allora di cosa ci preoccupiamo?
Ci sono le feste. Pensa alle feste. Un amico che ho incontrato oggi venendo in redazione mi ha detto, buone feste. Subito ho pensato che non si usa più dire buone feste. Oggi, col cellulare, bisogna augurare festa per festa. E che fai un augurio di buone feste fino alla Befana? Ma scherzi? Deve essere un bombardamento di auguri in questi venti giorni.
Ti eri ripromesso che quest’anno non facevi tu per primo gli auguri, rispondevi solo. Ma in ogni minuto che passava e non ricevevi nulla ti angosciavi sempre di più. Poi, ad un tratto hai preso il coraggio e ti sei detto, però a Giovanni devo farglieli io gli auguri. E appena preso il cellulare tra le mani non ti sei preoccupato più di nulla e dai a mandare giù auguri. Però hai fatto finta di ribellarti e hai cominciato a mandare a tutti la stessa frasetta. Poi a metà rubrica, però, hai avuto qualche dubbio e allora, pur seguitando a copiare e inoltrare la stessa frase, hai iniziato a metterci il nome di battesimo del destinatario. Così sembra personalizzato. Ma come al solito qualche nome è memorizzato solo col cognome. E allora? Rimettiamo la stessa frase tanto va bene lo stesso. E mentre stai facendo gli ultimi inoltri, iniziano già ad arrivare le risposte. Adesso sì che ti senti vivo. Stanno rispondendo. Controlli e sei contento, però … quelle due o tre persone alle quali tenevi tanto non ti hanno ancora risposto. Ricontrolli se hai spedito e se hanno ricevuto. Aspetti.
E nel frattempo la televisione parla della manovra. È più un disturbo che altro. Non ci credi più che dalla manovra possa arrivare qualche soluzione ai tuoi problemi. Fai finta di seguirla perché qualcuno potrebbe chiederti qualche cosa su qualche provvedimento e non vuoi arrivare proprio a digiuno. Ma realmente non ti interessa proprio, questa manovra.
Sembrerebbe che gli interessati a questa manovra fossero solo i politici. Non illuderti, la manovra, questa bella manovra, non interessa neppure a loro. Anche loro stanno facendo il copia e incolla delle dichiarazioni dello scorso anno.