lunedì, 20 Gennaio, 2025
Politica

Manovra. No dei medici: “Impegni disattesi”

“Dalle elargizioni per il circo calcistico fino a quelle per la caccia ai cinghiali, ma alla sanità pubblica niente, lasciata sola e all’abbandono”. È solo un passo del risentimento messo nero su bianco in un documento firmato da una ventina sigle di sindacati e organizzazioni della Sanità pubblica contro la Manovra finanziaria. Una critica della Intersindacale medica, dettagliata del Bilancio e delle scelte del Governo che oggi approderanno all’aula del Senato per l’ultimo confronto politico prima del varo definitivo. Il risentimento esploso già nella manifestazione nazionale tenuta a Roma il 15 dicembre è oggi rilanciato con una asprezza dirompente. Le organizzazioni sindacali e di categoria hanno atteso è auspicato invano una svolta significativa in favore del Sistema sanitario nazionale. Nella lunga nota c’è il rammarico nell’avere preso atto che le richieste pur formalizzate negli incontri con il ministro della salute Orazio Schillaci e le Commissioni parlamentari, sono cadute nel vuoto.

Il baratro del Sistema sanitario

“La manovra economica 2023 approdata alla Camera con una cornucopia di 35 miliardi riserva solo briciole alla sanità pubblica e al suo personale, segnale della cecità del Governo di fronte al baratro in cui il Sistema sanitario sta precipitando”, sottolineano con preoccupazione sindacati e Associazioni di categoria, “i due miliardi aggiunti al Fondo sanitario nazionale sono destinati in gran parte alle bollette, non ai servizi né al personale in grande difficoltà. E non bastano ad arrestare lo slittamento lungo il piano inclinato che lo porterà in tre anni al 6,0% del Pil”.

Sanità pubblica esclusa

I medici delle strutture pubbliche avvertono un senso di smarrimento, di solitudine di fronte all’aumento dei problemi che mettono a dura prova un sistema di assistenza già alle corde dai molteplici e inediti problemi degli ultimi anni. Dalla pandemia alla fuga del personale sanitario fortemente demotivato e stanco.
“Se la manovra è il manifesto ideologico del nuovo Governo, la sanità pubblica è esclusa”, evidenzia il documento di protesta, “come i suoi dipendenti, sospinti alla fuga verso i lidi delle partita Iva, resi più gratificanti anche dal punto di vista fiscale”.

No agli ospedali, sì al calcio

Le critiche si soffermano nel merito delle misure approvate, che per i medici è l’ennesimo schiaffo al loro impegno non più riconosciuto come strategico per il Paese. “Tra mille bandierine elettorali, dalle elargizioni per il circo calcistico fino a quelle per la caccia ai cinghiali, pochi interventi spot per la sanità”, sottoscrivono i sindacati, “le farmacie, gli eterni sempre omaggiati policlinici universitari, le borse di studio dei Mmg e il bonus psicologo”. Tra le critiche emerge un uno spiraglio. “Unico punto qualificante”, puntualizzano, “è l’estensione del periodo utile per la stabilizzazione dei precari”.

Il crollo di una professione

“Per tutti gli altri medici”, fanno presente le sigle sindacali elencando gli attacchi alle professioni in favore di chi esercita in privato, “veterinari e dirigenti sanitari, tentativi di tagli alle pensioni in essere e a quelle future, tanto per fare cassa con i loro contributi previdenziali, e rinvii. Tasse piatte per le partite Iva e pensioni piatte per i dipendenti pubblici per finanziare la tassa piatta che arricchisce il piatto delle partite Iva. Nessun finanziamento per le assunzioni, ma, evidentemente la qualità e la sicurezza delle cure non conta”.

Contratti non rinnovati

Le Organizzazioni dei medici e i sindacati della sanità pubblica ricordano con disappunto come anche i contratti di lavoro scaduti non sono stati rinnovati. “Nessun finanziamento per il ‘Ccnl 2019-2021’, i cui incrementi sono un terzo del tasso inflattivo, o per quello 2022-2024, che partirà in salita a borse vuote”, fanno presente e aggiungono, “Nessuna gratificazione economica per un lavoro che del Sistema sanitario nazionale è valore fondante, nemmeno sotto forma di quella fiscalità di vantaggio delle prestazioni aggiuntive concessa ai medici privati e agli insegnanti pubblici”.

La rinuncia alle cure

Anche l’emergenza che dilaga nei reparti di Pronto soccorso, secondo la versione dei medici, non suscita preoccupazione. “Continui rinvii degli interventi economici indispensabili per la sopravvivenza dei Pronto soccorso. Una manovra avara nei confronti di categorie professionali che rendono esigibile un diritto fondamentale quale la salute dei cittadini”, continua il documento che sottolinea le lacune, “Nonostante tutto e nelle condizioni di lavoro peggiori dell’ultimo decennio.
Restano irrisolti tutti i nodi strutturali di una sanità non più pubblica, se, secondo il Cergas, la spesa privata a toccato i 60 miliardi e 7 famiglie su 10 si impoveriscono a causa delle spese per la salute”.

Dalla vita alla morte

In un crescendo di timori per il prossimo futuro, i medici sottolineano la gravità della situazione. “Il cambiamento che si prepara per il Sistema sanitario nazionale rischia di essere quello dalla vita alla morte, sotto il peso di un finanziamento che rimane insufficiente”, calcolano sindacati e associazioni di categoria, “sia in rapporto al Pil che per quota capitaria, della carenza di risorse professionali, che riduce quantità e qualità delle prestazioni erogate ai cittadini, di un federalismo variabile che sconta l’aumento delle diseguaglianze. Curarsi è diventato un incubo”.

Cure ai ricchi, liste ai poveri

In questa situazione di difficoltà e incertezze la politica per i medici rimane distante e impotente, mentre crescono i malumori e le disuguaglianze tra gli stessi cittadini.
“Non basteranno le bandierine politiche a colmare la lunghezza delle liste di attesa, a nascondere il vuoto di personale nelle corsie ospedaliere o rendere invisibili le barelle ammassate nei pronto soccorso, trasformati in reparti di degenza, affollati, promiscui e, spesso, indecenti”, raccontano i medici, “Senza investimenti congrui lo scenario che ci attende è la crescita delle diseguaglianze e lo sviluppo di una sanità duale, con i ricchi che potranno scegliere e i poveri sempre più soli”.

La lotta al diritto alla salute

Le Organizzazioni sindacali infine avvertono che non deporranno le armi della protesta e delle richieste per il Sistema sanitario. “Continueranno la mobilitazione di Medici, Veterinari e Dirigenti sanitari per la dignità del loro lavoro e l’esigibilità del diritto alla salute di tutti i cittadini”, concludono i medici, “per il presente e il futuro della più grande infrastruttura del Paese, in preda a sinistri scricchiolii. Che solo il Governo si ostina a non sentire”.

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