Una barriera contro le piccole imprese. È la critica delle Confederazioni degli artigiani, contro l’attestazione Soa, ossia la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici di lavori. Si tratta di un documento necessario e sufficiente a comprovare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere pubbliche di lavori con importo a base d’asta superiore in questo caso ai 500 mila euro. Il certificato contestato, tuttavia, attesta e garantisce il possesso da parte dell’impresa del settore delle costruzioni di avere tutti i requisiti in linea con la normativa di contratti pubblici.
Barriera contro gli artigiani
Per le Confederazioni l’obbligo della Soa per i contratti nelle costruzioni “con valore superiore a 516mila euro che beneficiano di incentivi fiscali rappresenta una barriera nei confronti delle imprese artigiane e una evidente lesione della libera concorrenza oltre ad essere un irragionevole aggravio burocratico”.
Cna, Confartigianato e Casartigiani in una lettera al ministro Matteo Salvini chiedono l’abrogazione dell’obbligo che entra in vigore il primo gennaio, anche valutando l’opportunità di posticiparne l’efficacia attraverso un’apposita disposizione da inserire nel “decreto proroghe” di prossima adozione.
Pericolosa alterazione
Le associazioni ribadiscono che imporre alle imprese, anche operanti in subappalto, il possesso di una qualificazione rilasciata da appositi soggetti attestatori provocherà una decimazione del mercato. “A fronte delle oltre 500 mila imprese che animano il comparto, è cominciata la selettiva rincorsa alle sole 23mila realtà produttive dotate di una qualunque delle richiamate attestazioni”, scrivono la associazioni, “una pericolosa alterazione del mercato, ignorando che nelle relazioni tra soggetti privati il meccanismo della libera trattativa economica assicura la selezione degli operatori più efficienti”.
Soluzione inappropriata
Gli obiettivi della nuova disciplina, ammettono le Confederazioni, “sono condivisibili ma la soluzione adottata è del tutto inappropriata, suscitando numerose perplessità in termini di efficacia”.
“Le evidenze empiriche infatti non giustificano la trasposizione del sistema di qualificazione delle imprese dal settore pubblico a quello privato. Dopo oltre 20 anni di operatività, l’obbligo SOA negli appalti pubblici non ha dimostrato il raggiungimento dei declamati indici di qualificazione del mercato”.
Controllare l’accesso ai mercati
Inoltre l’obbligo Soa, secondo Cna, Confartigianato e Casartigiani, non è efficace per contrastare il fenomeno delle imprese fantasma. “Peraltro, nel nostro ordinamento esistono già dispositivi (Durc, congruità, controlli, ecc.) in grado di rimediare alle condotte fraudolenti. È tempo”, scrivono le Associazioni degli artigiani, “di prevedere, piuttosto, un rigoroso sistema di verifica dei titoli volti ad autorizzare l’ingresso nel mercato. Da anni, le nostre organizzazioni chiedono una legge di regolamentazione del settore dell’edilizia, su cui rinnoviamo la disponibilità al confronto”. Infine ricordano le Confederazioni, “da ultimo, va tenuto presente come l’accesso al sistema dei bonus resti comunque subordinato al superamento di una serie di scrupolosi accertamenti, parte dei quali affidati a professionisti abilitati”.