giovedì, 21 Novembre, 2024
Società

La casa degli italiani? Il centro della vita

Primo rapporto Federproprietà-Censis

Il 70,8% delle famiglie italiane è proprietaria della casa in cui vive, il 20,5% vive in affitto e l’8,7% ha una casa in usufrutto o a titolo gratuito. Il 28% delle famiglie proprietarie possiede altri immobili di proprietà. L’Italia è uno dei paesi avanzati con il più alto numero di proprietari di casa. Sono questi i dati forniti dal Primo Rapporto Federproprietà – Censis  presentato nella sala del Cenacolo – Complesso Vicolo Valdina della Camera dei Deputati a Roma.

Dopo l’ esperienza dell’emergenza sanitaria nell’Italia del post-pandemia stanno cambiando valori e funzioni della casa, evolvendosi da luogo del privato e familiare a luogo di una molteplicità di attività tradizionalmente svolte fuori. La casa acquista cosi un valore sociale che non è mai stato cosi alto. La relazione tra la casa e chi la abita diventa forte e si intensificano le aspettative future degli italiani. Il valore sociale della casa persiste e, anzi, ne esce rinsaldato proprio dall’esperienza della pandemia. La casa, dunque, diventa il centro nevralgico della vita degli italiani: 91% degli italiani considera la propria casa un rifugio; l’89,7% si sente tranquillizzato e dall’essere proprietario dell’abitazione in cui vive; l’83,1% esprime la propria personalità attraverso la propria casa; al 78% degli italiani capita di trascorrervi gran parte del tempo libero.

Il covid 19 ha trasformato le abitazioni in luoghi di salvezza, molti italiani hanno scoperto un diverso approccio nel vivere la propria casa e, nonostante il venir meno delle restrizioni, attualmente hanno scelto di innovare il proprio modo di abitare. E’ cosi che la casa ha iniziato a ricoprire diverse tipologie di utilizzo: il 96,3% degli studenti in casa svolgono attività di studio a distanza; l’89,3% degli italiani cucina in casa; l’84,5% utilizza la casa come luogo di incontro per amici o parenti; il 78% di trascorre in casa gran parte del proprio tempo libero; il 47,1% vi svolge attività di lavoro smartworking; il 17,7% degli italiani vi svolge attività di cura e assistenza.

La casa, dunque, torna al centro della vita e diventa fattore di rassicurazione in tempi difficili, ben l’87,2% degli italiani dichiara che lo spazio in casa è adeguato e ben suddiviso. Per la maggioranza degli italiani le proprie abitazioni sono confortevoli ed adeguate alle proprie esigenze.

La verità è che la casa con le sue mura, le sue pareti è diventata il nostro rifugio, il luogo che ha protetto noi e la nostra famiglia durante la pandemia. Nelle nostre abitazioni è rinato lo spirito familiare e comunitario, dentro quattro mura si lavora e si lavorerà sempre più; da quel luogo si diramano e si hanno rapporti con tutto il mondo. La casa è tornata ad essere la “domus” di memoria romana come centro di affetto, di lavoro, di affari e di relazioni politiche.

E’ cambiato il rapporto emotivo e sentimentale con la “nostra” casa, che è tornata ad essere il centro della nostra vita. Come una volta. Come quando tutta la famiglia si riuniva intorno alla tavola per il pranzo e la cena. Come quando i nonni di fronte al camino o intorno al braciere ( non esistevano ancora i termosifoni) ci raccontavano favole indimenticabili e, prima di mandarci a letto, a noi bambini facevano recitare le preghiere. Le quattro mura della nostra abitazione sono diventate la rocca del castello medioevale che ci difende dagli estranei, dalle malattie, dalle intemperie e da tutto quello che non ci piace del mondo esterno.

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