sabato, 22 Febbraio, 2025
Esteri

In Africa grandi opportunità per le aziende italiane

Il presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo Massimo Dal Checco, ha ricordato come l’Africa rappresenti in questo momento la vera opportunità per le aziende italiane e ha sottolineato l’importanza di scegliere bene in quale Paese fare investimenti o esercitare attività di export.

“L’Africa è un continente molto complesso. Ci sono 54 nazioni, ognuna con caratteristiche diverse. Come Italia, abbiamo una potenzialità ancora poco sfruttata. C’è, però, il sistema Paese che comprende le imprese, la diplomazia economica, che in Italia funziona molto bene e va utilizzata in maniera corretta e tutti gli istituti finanziari, da Cassa depositi e prestiti a Sace, Simest e Ice. Il continente africano comprende aree con caratteristiche differenti. Dal punto di vista italiano, a seconda della dimensione delle imprese c’è un approccio diverso a questo mercato, ma dipende anche dalle zone in cui si va”, ha evidenziato Dal Checco.

“C’è innanzitutto l’area del Mediterraneo con tutti i Paesi in cui l’Italia è sempre stata molto presente, anche per vicinanza, dall’Egitto alla Tunisia. Poi c’è la parte del Sahel che viene raccontata di più in termini di problematiche e in effetti è l’area più critica”, ha sottolineato. “Tuttavia, si tratta anche di Paesi che hanno terre rare e miniere. Poi c’è tutta la parte subsahariana dove ci sono alcuni paesi che stanno crescendo mediamente intorno al 6-7% all’anno dal 2000. Sulla parte dell’Africa West abbiamo Senegal, Costa d’Avorio e Ghana mentre sulla parte orientale il Kenya è in forte crescita.

Il Ruanda oggi è considerato la Svizzera dell’Africa subsahariana. Per non parlare del Sudafrica che dal punto di vista tecnologico è un paese avanzatissimo. Come Italia, siamo stati molto forti nell’area del Mediterraneo”, ha sottolineato Dal Checco.

“Abbiamo molti rapporti dal punto di vista delle materie energetiche ma anche per quanto riguarda impianti di macchinari di precisione. Inoltre, non siamo visti come i vecchi colonizzatori europei perché la piccola e media impresa quando apre sul territorio distribuisce la ricchezza e questo lì viene percepito molto. C’è anche un piano intitolato a Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso nel 2021 in Congo. È stata una sua idea nell’ultimo periodo prima dell’attacco mortale che ha subito, ha spiegato. Aveva immaginato un consolidamento del sistema Paese: utilizzarlo meglio per aiutare le imprese a sviluppare il proprio business su questo territorio. Questo piano è coordinato con gli uffici dell’Ice e abbiamo iniziato a fare missioni mirate in alcuni paesi che sono considerati quelli che potrebbero portare maggiore valore alle imprese italiane”, ha aggiunto.

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