Rullo di tamburi per una settimana ad alta concentrazione di scioperi e decisioni parlamentari. A centro, nel tiremmolla dei fronti opposti, c’è la Finanziaria. Da bocciare in todo per Cgil e Uil che da oggi e fino al 16 hanno dato il via agli scioperi regionali. Il 15 dicembre sarà la volta dei medici che terranno una manifestazione a Roma a sostegno del Sistema sanitario nazionale, con la richiesta di fondi e azioni mirate a tutela dei medici, ad iniziare dal rinnovo dei contratti di lavoro. Al tour delle proteste si associa anche il Partito democratico che sabato 17 sarà in piazza contro le scelte economiche del Governo del Centrodestra. Se nei cortei infurieranno le critiche, tra i banchi del Parlamento continua il confronto sulla legge di Bilancio. Sfoltita dalle centinaia di emendamenti la maggioranza di Centrodestra punta a chiudere il dibattito in Aula per il 20 dicembre, per arrivare al voto per fine mese. Un percorso in salita perché i problemi si avvertono in ogni settore produttivo. Oggi ad esempio per l’esecutivo del premier Giorgia Meloni c’è una grana in più da risolvere. Si tratta dei crediti incagliati generati dal Superbonus. Miliardi che le imprese non riescono a “rivendere”.
Cgil e Uil da oggi gli scioperi
La mobilitazione a livello regionale promossa da Cigl e Uil inizia oggi. Le richieste sono tutte legate al sostegno delle fasce popolari che hanno subito l’impatto maggiore della pandemia e del caro energia. Tra le proposte di Cgil e Uil spiccano l’aumento dei salari, il detassando degli aumenti dei contratti, la riduzione del cuneo fiscale a favore tutto dei lavoratori. Secondo i calcoli di Cgil e Uil la contribuzione al 5% per i salari fino a 35 mila euro permette di recuperare almeno una mensilità. Una indicazione presentata anche da Confindustria che preme attraverso la riduzione del cuneo fiscale a portare al recupero di una intera mensilità. Altro tema prioritario dei sindacati è quello del precario, con la proposta di un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo. Il recupero delle somme da reindirizzare verso lavoro e pensioni dovrà essere fatto attraverso la tassazione degli extraprofitti. Risorse che andranno a beneficio di un contributo straordinario di solidarietà.
Pensioni i sindacati all’attacco
Sulle pensioni la contrapposizione con il Governo è rimasta intatta e frontale dallo scorso anno. La riforma della previdenza infatti è ferma dovendo fare i conti con il calo delle risorse e dalla inflazione. Obiettivo dei sindacati, inclusa la Cisl – che comunque rimane contraria agli scioperi – è la cancellazione della Legge Fornero e introdurre una uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni. Un taglio di età anche con il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori. Una pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere e contratti discontinui. Il riconoscimento del lavoro di cura per chi assiste un parente in invalidità o non autosufficiente.
Medici, protesta nazionale
Altro tema caldissimo è quello dei medici. Per il 15 dicembre è i dettagli una manifestazione nazionale. La protesta che si terrà a Roma converge sui gravi problemi del Sistema sanitario nazionale e sulla ormai cronica e rischiosa carenza di medici. “Viviamo una crisi professionale senza precedenti”, spiega Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, la principale sigla dei medici ospedalieri, “abbiamo già l’età media di medici dipendenti più alta in Europa, con il 56% che ha più di 55 anni, usciamo fuori da anni drammatici in cui ritmi e carichi di lavoro sono aumentati a livelli insopportabili e le liste di attesa diventate infinite. Non è accettabile che l’unica risposta del Governo e del Parlamento sia un rattoppo”. La critica è rivolta all’idea emersa nel Governo poi bocciata, di far rimanere i medici in corsia o nello studio a fare visite fino a 72 anni. Il diniego è arrivato oltre che dai sindacati e Associazioni di categoria e dalla commissione Bilancio che poi ha smantellato l’ipotesi. La proposta era contenuta in un emendamento alla Manovra con cui la maggioranza voleva provare ad arginare la cronica carenza di medici in Italia dove mancano almeno 20mila camici bianchi tra pronto soccorso, corsie ospedaliere e studi dei medici di famiglia. Ma è solo uno dei problemi rispetto alla crisi della sanità pubblica. Per Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani (Smi) “si sta andando incontro, a grandi passi, verso la non erogabilità dei livelli essenziali d’assistenza e la ingovernabilità del Servizio sanitario nazionale, nel mentre sono iniziati i lavori per realizzare le opere previste dal Piano nazionale di ripresa, ospedali di comunità e case della salute per il cui funzionamento saranno necessari nuovi medici”.
Il Pd: diamo voce a chi si ribella
Pronti alla manifestazione nazionale contro la Finanziaria anche il Partito democratico con una protesta che di terrà il 17 dicembre. “È una legge di bilancio”, attacca il segretario Enrico Letta, “che sostanzialmente dice agli italiani che hanno sempre pagato le tasse, che sono la maggioranza, l’agenda fiscale ce la facciamo dettare da coloro che evadono il fisco. Io credo che questo sia gravissimo. Noi ci vogliamo ribellare e dare voce a chi si ribella a quest’idea che chi evade le tasse abbia più voce rispetto a chi le tasse regolarmente le paga”. Per il Pd non c’è altra via che il muro contro muro. “Sabato 17”, conferma Letta, “la nostra manifestazione contro una manovra improvvisata e iniqua. Inadeguata rispetto al rischio recessione e all’impennata dell’inflazione”.
Il Governo e il Superbonus
Altro fronte aperto è quello del Superbonus, oggi è prevista una riunione di maggioranza con i tecnici sull’argomento, con l’obiettivo di snellire le pratiche e dare certezze alle imprese sui crediti da smaltire. “Ci sono tante proposte al vaglio”, osserva il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, “ma occorre avere il parere di conformità da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. C’è la possibilità di rinviare la presentazione della Cilas”. L’ipotesi è quella di una riapertura dei termini al 31 dicembre o a 15 giorni dopo la pubblicazione della legge di bilancio. Mentre sullo sblocco dei crediti lo strumento su cui si lavora è quello della compensazione con i modelli F24.
Crediti l’allarme della Cna
Per la Confederazione nazionale degli artigiani serve un piano per snellire e favorire lo svuotamento dei cassetti fiscali. Altrimenti gli oneri per le imprese rischiano di essere superiori ai benefici degli incentivi. “La nostra indagine dimostra che mentre Governo e Parlamento intervengono con nuove modifiche sui bonus per l’edilizia, la priorità è trovare con urgenza una soluzione per consentire alle imprese di svuotare i cassetti fiscali per non essere soffocate”, puntualizza Dario Costantini, presidente di Cna, “Le ipotesi di utilizzare gli F24 delle banche è una risposta parziale, occorre una soluzione che dia certezze alle imprese che hanno realizzato lavori anticipando i soldi per conto dello Stato”.
Bilancio, l’esame di Bruxelles
Infine ai temi e contrasti nazionali si uniscono le attese per le valutazioni dell’Unione sulla sostenibilità della Finanziaria del Governo.
In settimana è atteso il giudizio della Commissione europea sulla prima legge di Bilancio del governo Meloni. Tra gli argomenti sotto osservazione l’innalzamento dell’obbligo delle transazioni col Pos a 60 euro e la soglia di 5mila euro per il contante.