domenica, 8 Settembre, 2024
Parco&Lucro

Agribusiness. Asset da brindisi, per diversificare

In questi giorni le case degli italiani si stanno iniziando a riempire dei tipici dolci natalizi, eccellenze alimentari come il Panettone, il Pandoro, il Panforte, fino a scendere agli struffoli ed ai mostaccioli, solo per citarne un millesimo, andando dal Nord al Sud.

Per non parlare dei vini e delle bollicine da abbinare ai ricchi e variegati piatti della nostra tradizione. Un patrimonio che il mondo ci invidia e apprezza. Cosa c’entra tutto questo con i portafogli finanziari?

Dai campi alla tavola, il settore offre opportunità vastissime: la gestione dell’acqua (tutto ciò che riguarda depurazione, infrastrutture e utility idriche, riutilizzo); attrezzature agricole (tecnologie avanzate, lavorazione e test degli alimenti) e produzione agricola, che copre temi come i fertilizzanti biotech e sementi avanzate, benessere animale, protezione delle colture e controllo degli infestanti. Ancora nel settore rientrano aziende che si occupano di produzione e lavorazione degli alimenti (allevamento e pesca sostenibili, produzione di cibi e bevande salutari) e di distribuzione e riciclo degli imballaggi: commercio, trasporto e stoccaggio di generi alimentari, imballaggi sostenibili, ma anche di distribuzione al dettaglio alimentare.

Un family office internazionale ha acquisito, nel corso del 2022, Castiglion del Bosco, una delle più grandi e storiche tenute di Montalcino, patria del Brunello, di proprietà di Massimo Ferragamo e di sua moglie Chiara dal 2003. Un’operazione finanziaria da oltre 300 milioni che ha seguito l’ altro deal del settore, ovvero l’acquisizione del 100% di Cantina di Montalcino da parte di Prosit, realtà in portafoglio a Made in Italy Fund, fondo di private equity promosso e gestito da Quadrivio & Pambianco. Due casi eclatanti di un trend finanziario, tanto più attuale nello scenario globale: l’agricoltura è la nuova frontiera degli investimenti.

Come riportato in un interessante articolo di Financialounge.com, Family office, fondi pensione, fondi di private equity e altri investitori professionali, caratterizzati da logiche di di lungo periodo e forti esigenze di diversificazione, hanno da tempo inserito il tema agroalimentare nei loro portafogli. “Negli ultimi dieci anni, dopo la crisi finanziaria, si è acceso l’interesse verso asset reali e molti investitori si erano indirizzati sul Food & Wine, considerato l’elevata qualità e l’alta reputazione del Made in Italy anche in questo settore, che rappresenta una delle principali voci dell’export del nostro Paese trainata da brand di fama mondiale. Ora l’interesse si è spostato anche a monte della filiera”, racconta Stefano Baldi, Associate Director Agribusiness Investment Properties Italy di Cbre, la più grande società al mondo di servizi commerciali e investimenti per il real estate. Stefano Baldi è co-autore di un report appena pubblicato “Agribusiness in Italy 2022” dal quale risulta che nel 2020 in Italia si sono registrate transizioni in patrimoni legati alla terra per un valore di 4,8 miliardi di euro.

Family office

L’agribusiness è nel mirino anche dell’Aifo, associazione italiana family officer, che ha dedicato uno dei tradizionali appuntamenti di analisi sul mercato proprio a questo asset. “Non è un invito ad investire, è solo una opportunità per analizzare aree di diversificazione”, raccona Patrizia Misciattelli delle Ripe, presidente Aifo, “I family office hanno il grande privilegio di orizzonti temporali molto lunghi, dunque possono e devono dedicare porzioni di asset allocation agli alternativi”, spiega Misciattelli delle Ripe.

I fattori chiave

Ha mostrato di essere resiliente negli anni della pandemia, si sta facendo contaminare dall’onda della digitalizzazione (e della sostenibilità) e nei prossimi anni gioverà di investimenti miliardi. Il settore dell’agribusiness è una delle promesse dell’azionario globale

Il report Cbre evidenzia i quattro fondamentali chiave di questo asset. Uno: è raro trovare un settore come questo capace di combinare forti ritorni con un buon cash flow di lungo termine, con una bassa correlazione ai cicli economici e una copertura dall’inflazione. Due: si stima un incremento della richiesta di produzione alimentare del 60%-70% per far fronte alla richiesta della popolazione entro il 2050 raggiungerà quota 9 miliardi di persone. Tre: è un settore con un ampio raggio di sostenibilità, dove la richiesta di cibo sano e biologico si è impennata. Quattro: i sussidi, altro fattore da non sottovalutare. I Pac, Politica Agricola Comune viaggiano intorno ai 55 miliardi di euro all’anno: circa 5 miliardi all’anno per l’Italia che possono arrivare a circa 7 se si considerano i co-finanziamenti nazionali dei fondi destinati allo sviluppo rurale.

Le prospettive

Il settore agricolo è un mercato dinamico e in crescita su scala globale, in quanto deve soddisfare il fabbisogno alimentare della crescente popolazione mondiale a fronte di una superficie coltivata pro capite sempre più ridotta. Sfruttare le opportunità offerte da tutti i principali segmenti agronomici e investire in modo flessibile lungo l’intera catena del valore in questo settore, è l’obiettivo di molte soluzioni d’investimento che, in 2022 così difficile, hanno dato ottimi risultati.

Con un occhio al solito dogma: diversificazione e rispetto del proprio profilo di rischio.

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