Il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri ha precisato che la polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura e sarà immediatamente sollevata dai suoi incarichi. Tuttavia non arrivano conferme da Teheran nonostante la pressione che le continue proteste stanno esercitando per tutelare i diritti delle donne nel Paese.
Nel frattempo, negozi e mercati in varie città dell’Iran sono rimasti chiusi, aderendo ad uno sciopero di tre giorni indetto da attivisti nell’ambito delle proteste antigovernative in corso da settembre. L’iniziativa è stata attuata nella capitale Teheran ma anche a Sanandaj, Isfahan, Bushehr, Shiraz, Kerman, Ardebil, Mahabad, Orumiyeh, Kermanshah e altre città.
Gli scioperi hanno coinvolto anche autotrasportatori e alcuni lavoratori degli impianti petrolchimici di Mahshahr e delle acciaierie di Isfahan. Dimostrazioni e boicottaggio delle lezioni si sono visti anche in vari atenei iraniani, a due giorni dal 7 dicembre, quando in Iran si festeggia “il giorno dello studente” e il presidente Ebrahim Raisi ha in programma di tenere un discorso in una delle università del Paese.