domenica, 17 Novembre, 2024
Politica

Pisicchio: “Proporzionale corretto, preferenze e maggioranza qualificata”

Cambiare la legge elettorale e le modalità della sua approvazione. È l’obiettivo della Petizione popolare indirizzata al Parlamento lanciata dal Prof. Pino Pisicchio, Ordinario di Diritto pubblico comparato, giornalista professionista, più volte deputato italiano ed europeo che in questa intervista ci spiega in dettaglio i contenuti di questa iniziativa che coinvolge autorevoli studiosi, docenti universitari, personalità delle istituzioni e gente comune.

La legge elettorale ha creato parecchi problemi agli italiani che sono andati e, soprattutto, a quelli che non sono andati a votare il 25 Settembre. Quali sono i difetti che volete correggere con la petizione di cui lei è tra i principali promotori?
Quello che è successo il 25 Settembre non era mai avvenuto:, per la prima volta la partecipazione al voto alle elezioni politiche  ha evidenziato una vera e propria fuga dalle urne, ben oltre l’abituale 25% che si registrava alle amministrative. È la bocciatura dei cittadini  alla legge elettorale. È una vera e propria delegittimazione popolare verso una legge che sul piano politico-formale comporta anche la violazione di alcuni  articoli della Costituzione.

Con quali norme della Carta la legge elettorale è in contrasto?
Intanto l’art.67, che vieta il vincolo di mandato, e assicura piena libertà al parlamentare che ha il diritto di avere una sua visione su come votare  senza dover sottostare ai diktat del partito. Con questa legge elettorale il parlamentare non è per niente libero perché non viene scelto dal popolo sovrano ma viene imposto dal capo politico. È il capobastone di turno che compila le liste elettorali, candida solo  chi vuole lui e chi obbedisce agli ordini. Chi non è disposto a subire i comandi del partito non viene messo in lista. L’elettore non può  esprimere alcuna preferenza: prendere o lasciare. E in tanti lasciano. Ma c’è di più. Si viola anche l’art.48 che tutela la libertà di voto. Io non sono libero di scegliere ma devo esprimere il mio consenso al marchio del partito fidandomi di chi ha compilato le liste; il mio voto è condizionato dalle scelte fatte dal capo politico.

Siamo, quindi, in un regime  di partiti che tendono all’oligarchia allontanandosi  dalla democrazia partecipativa?
Oligarchia dei partiti è un’espressione generosa. I partiti sono …proprio “partiti”, nel senso che non rispondono più all’art.49 della Costituzione che li vuole organismi democratici. Non è più così. Una volta i partiti tenevano dei congressi veri e propri. Il Pd-con tutti i suoi travagli- cerca a fatica di riprodurre uno schema congressuale antico, ma le altre forze politiche sono ormai solo partiti personali che vivono all’ombra del leader.

Sono simili a comitati elettorali?
Certamente. La dimensione partecipativa dei cittadini deve trovare nei partiti il canale privilegiato per esprimersi. Ma i partiti non fanno più questo. Trascinano correnti di opinione pubblica senza mai fidelizzarle realmente. Assistiamo a oscillazioni  eccessive nei consensi: ci sono  partiti che  moltiplicano i loro voti  a dismisura e poi, dopo un paio di anni, crollano rovinosamente. È successo col 41% conquistato da Renzi nel 2014, sceso poi al 18%. Con Salvini che aveva il 34% alle Europee del 2019 e ora è intorno all’8%, con i 5 Stelle che dal 33%  della scorsa legislatura ora si sono dimezzati. Alla rovescia, sta succedendo con Giorgia Meloni: in 5 anni ha visto crescere il suo consenso 7 volte, dal 4 al 28%. L’infedeltà degli elettori ai partiti è la dimostrazione che i partiti non convincono, attraggono e respingono e basta.

La petizione riguarda sia il contenuto della legge elettorale sia le procedure con cui si dovrebbero approvare questo tipo di norme. Come se ne esce?
L’Italia ha il record assoluto negativo nel cambiamento delle leggi elettorali: 4 in 25 anni che diventano 5 se includiamo quella da cui partivamo. E sono state approvate con leggi ordinarie, quindi con maggioranze semplici, come se si trattasse di una norma qualsiasi. L’Assemblea Costituente non accettò la proposta di Costantino Mortati che voleva inserire la legge elettorale in Costituzione. Ma nessuno dei costituenti avrebbe mai immaginato questo scempio. La maggioranza che esprime il Governo, se fiuta una possibilità di vittoria, si costruisce una legge elettorale su misura, di fatto alterando il principio secondo cui, una regola del gioco come  la legge elettorale dovrebbe neutra rispetto ai calcoli strumentali dei partiti.

La legge elettorale dovrebbe avere un rango costituzionale?
Sarebbe l’ideale ma almeno dovrebbe richiesta una maggioranza qualificata, Per cambiare i Regolamenti di Camera e Senato occorre la maggioranza assoluta degli aventi diritto; si potrebbe almeno richiedere lo stesso per la legge elettorale. Avremmo una certa stabilità. Tra l’altro, l’Italia in questa frenesia di leggi elettorali, spesso non rispetta le direttive del Consiglio d’Europa che con la Commissione di Venezia raccomanda di non cambiare le regole del voto nell’ultimo anno prima delle elezioni.

Anche se spesso queste eleggi elettorali su misura portano male a chi le fa…
È l’eterogenesi dei fini, una giusta vendetta della realtà contro furbizie poco commendevoli

Vediamo come dovrebbe esser la legge elettorale secondo i promotori della Petizione.
Le caratteristiche del nostro Paese non sono adeguate ad un sistema maggioritario secco. Quando ci abbiamo provato abbiamo avuto non una riduzione ma una proliferazione di partiti anche locali. Da non ripetere. Serve una legge proporzionale con una soglia di sbarramento anche alta. Occorre, però, anche un premio di maggioranza: la coalizione che vince e che sta oltre il 40% dei voti dovrebbe avere un premio per poter governare in stabilità.
Fondamentale però, è il voto di preferenza: deve essere plurimo, almeno 3 voti. Un voto singolo anche con la correzione di genere fa di ogni candidato un nemico: se l’altro prende un voto più di me lui passa e io no. Se, invece, si possono votare 3 candidati si crea uno spirito di solidarietà nello stesso partito.

La ventata contro le preferenze  degli anni di Tangentopoli è stata una colossale presa in giro?
Senza dubbio. Prova ne è che alle elezioni europee il voto di preferenza c’è. C’è anche nelle elezioni comunali e in quelle regionali. Solo per quelle politiche si dice che provocherebbe voti di scambio e altre degenerazioni? Tutte le leggi elettorali sono esposte a rischi.

La “sfiducia costruttiva” che richiederebbe una modifica della Costituzione potrebbe servire a rendere più stabili governi?
Sono d’accordo, ma non è direttamente collegata all’espressione del voto che è al centro della nostra Petizione. Funziona in Germania, potrebbe funzionare anche da noi

A che punto siete con la raccolta delle firme?
Siamo arrivati a circa 800 firme. Appena superiamo il migliaio la porremo all’attenzione del Parlamento.

https://www.change.org/p/restituire-al-cittadino-il-diritto-di-scegliere-i-propri-rappresentanti-in-parlamento

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