“In questa Italia di oggi il Governo fa credere che gli immigrati stanno distruggendo una Nazione. Non è così chi viene da tanto lontano vuole solo lavorare, inserirsi ed essere accettato.
L’Italia è un Paese Cattolico dove la gente è disponibile, accogliente, che ha principi Cristiani. Io sono fiducioso si capirà che gli immigrati non sono il male ma una opportunità per l’Italia”. Patrick Guobadia, 62 anni, proveniente dal Senegal è in Italia dal 1981, sindacalista Cgil, responsabile dell’Ufficio migranti. “Bisogna smontate questa paura per lo straniero, per farlo è necessario creare un circolo virtuoso tra Corsi di formazione professionale e lavoro”, sollecita Patrick Guobadia, “oggi è urgente formare questa nuova manodopera perché i costi per lo Stato sono minori rispetto al sostentamento di chi arriva e non fa nulla.
Possiamo, invece, risparmiare e creare persone capaci di lavorare in tanti settori dove la manodopera è molto richiesta, in nuovi e vecchi lavori”. Da sindacalista Patrick da anni persegue un progetto: quello di una integrazione fatta di occupazione e respingere chi non vuole né studiare né trovarsi un lavoro.
“La maggior parte degli immigrati arriva in Italia per lavorare, ed è anche logico perché uno che lascia un paese, tra mille percoli e problemi, dovendo affrontare un viaggio dove tutti rischiano la vita, ha solo il desiderio di rimboccarsi le maniche”, racconta il sindacalista Cgil, “chi arriva sa che il lavoro ti permette di vivere, di essere inserito, di avere un rispetto sociale.
Io detesto chi ruba o commette reati, perché al di là del colore della pelle, è un danno che si arreca ad altri e, nel caso degli immigrati, l’opinione pubblica pensa che sono tutti così.
Invece ci sono milioni di lavoratori immigrati che da anni contribuiscono alla crescita dell’Italia. Molto dipende da come lo Stato sa reagire, ad esempio il caporalato, lo sfruttamento di tanti lavoratori nei campi è una piaga che cresce dove lo Stato è assente.
Dove ci sono controlli, forze di polizia e le istituzioni a far rispettare le regole, allora un luogo cresce economicamente e in modo pacifico. Serve uno Stato presente che faccia rispettare i diritti di tutti, dei lavoratori, degli imprenditori e dei cittadini. Io dico più Stato e meno opinioni preconcette e false”.
Tra i ricordi più belli Patrick Guobadia cita la legge del 1998 Turco-Napolitano che permetteva agli immigrati di avere la cittadinanza e votare. “Di quella legge oggi non è rimasto quasi nulla”, dice il responsabile dell’Ufficio migranti Cgil, “sono state apportate dai governi sempre più restrizioni. Bisogna invece cambiare strada creare progetti di lavoro e integrazione.
Non vanno spesi i soldi per non lavorare, per lasciare le persone inattive, i fondi vanno investiti per creare occupazione e sviluppo economico.
Purtroppo oggi il Governo fa credere che gli immigrati siano pericolosi, che faranno danni. Non è così, loro sono l’anello debole, non vogliono distruggere nulla, hanno solo il desiderio di fare bene e crearsi una opportunità di inserimento L’Italia ha principi Cattolici riprenda la sua umanità come Nazione, assieme possiamo affrontare i problemi con uno spirito di servizio solidale, divisi, invece, aumenteranno i guai per tutti”.