Una osservazione sintetica e scettica, quella della Uil sulla Finanziaria varata dal Governo che approda alla Camera per il confronto tra le forze politiche. Per Domenico Proietti, segretario confederale della Uil si tratta di una: “Manovra di bilancio che contiene un po’ di tutto e un po’ di niente”. Tra le osservazioni critiche la Uil parla previdenza, di cuneo fiscale e pensioni.
Fisco, torna la linea Draghi
“Il disegno di legge di Bilancio non affronta con la dovuta determinazione i temi chiave per sostenere la crescita e contrastare la spirale inflativa”, fa presente Proietti, “Il taglio del cuneo contributivo consiste nella proroga di quanto fatto dal Governo precedente e manca di un intervento significativo per un vero taglio
delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, che darebbe liquidità immediata per sostenere i consumi e la domanda interna”
Previdenza scelte inefficaci
Nell’elencare le cose che non vanno un capitolo riguarda la riforma della previdenza. Che dallo scorso anno si trascina tra rinvii di confronto e soluzioni “ponte”. “Quota 103 continua a essere un ambo secco e non dà una risposta adeguata a tutti i lavoratori precoci, mancando di introdurre una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione”, spiega il segretario confederale della Uil, “Utile la proroga dell’Ape sociale, che andrebbe ulteriormente semplificata, rendendo meno stringenti i requisiti di accesso, come quella di Opzione donna, che però è sbagliato legare ai requisiti incrementali”.
Pensioni, serve la rivalutazione
Per l’esponente della Uil inoltre è un errore non tenere conto della impennata dei prezzi e delle necessità economiche ulteriori innescare dalla pandemia.
“È contro ogni logica il taglio alla rivalutazione delle pensioni”, evidenzia Proietti, “con l’aumento dei prezzi, in particolare quelli dell’energia, bloccare la rivalutazione sarebbe un accanimento su una categoria che nel periodo pandemico e di crisi economica è stata tra le più esposte ai rischi”. Infine una osservazione anche sul cambio di norme legate alla percezione del Reddito di Cittadinanza, che secondo il segretario confederale della Uil, “ha svolto un ruolo decisivo nel contrasto alla povertà, aggravata in questi anni anche dalla crisi pandemica. Va riconsiderato alla luce dell’esperienza e non certo abolito”.