Alcune significative criticità del sistema Italia di fronte a rischi chimici, biologici, radio-nucleari sono state evidenziate nel rapporto finale del progetto di ricerca “Cbrn-Italy”, finanziato dal bando Prin 2017 (Progetti di rilevante interesse nazionale) del ministero dell’Istruzione, università e ricerca, con il coordinamento di Andrea de Guttry, professore ordinario di Diritto Internazionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
“Prevenire una crisi sanitaria globale, prepararsi ad affrontare le conseguenze catastrofiche di un’esplosione nucleare, avere un piano per il post-emergenza e il ritorno alla normalità: il diritto internazionale stabilisce che, per ognuna di queste situazioni, è necessario adottare misure specifiche” commenta Andrea de Guttry. “I ripetuti bombardamenti nelle immediate vicinanze della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, sollevano in maniera drammatica, come ha confermato in questi giorni dal direttore generale dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), il pericolo reale di una esplosione nucleare le cui conseguenze si propagherebbero ben oltre i confini dell’Ucraina. La guerra in Ucraina espone anche il nostro Paese a rischi enormi, mentre il caso del Covid-19 ha messo in luce lacune evidenti. Ci appelliamo a policy e decision makers italiani perché queste lacune vengano presto colmate”, ha aggiunto.
Il progetto ha dapprima realizzato una mappatura di obblighi e raccomandazioni internazionali relativi alla protezione da eventi chimici, biologici, radio-nucleari e, in un secondo momento, ha analizzato in quale misura l’Italia stia dando attuazione a obblighi e raccomandazioni internazionali. Infatti, la mancata adozione di misure specifiche può avere conseguenze catastrofiche sulla salute delle persone e sull’economia di un Paese. L’appello delle ricercatrici e dei ricercatori che hanno partecipato al progetto “Cbrn Italy” è che “obblighi e raccomandazioni internazionali non siano più tralasciati dai decisori politici” e che “le principali criticità evidenziate siano affrontate in via prioritaria”.