In Italia è conosciuta sotto la denominazione “Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco”, con sede in via Sant’Apollinare, della Capitale, meglio nota come “Unesco Italia”, mentre Il quartiere generale è in Francia, a Parigi.
Era il 16 novembre 1945 quando durante la Conferenza dei Ministri Alleati veniva firmata la Costituzione dell’Unesco, fondazione entrata in vigore il 4 novembre 1946, dopo la ratifica da parte dei primi venti Stati. Attualmente ne conta 195, oltre a 10 Membri Associati e con Uffici Regionali che svolgono la propria attività su quasi la totalità del pianeta.
L’Italia è stata ammessa a farne parte, all’unanimità, l’8 novembre 1947, durante la seconda sessione della Conferenza Generale tenuta a Città del Messico, con ratifica successivamente depositata a Londra il 27 gennaio 1948, resa esecutiva con il Decreto presidenziale del 12 luglio 1949 e l’istituzione in Italia, della specifica “Commissione Nazionale per l’Educazione, la Scienza e la Cultura” con il decreto interministeriale dell’11 febbraio 1950, meglio nota come Unesco Italia.
Non è impresa facile capire organigramma e compiti istituzionali dell’Unesco nel mondo. Basta osservare quanto sia corposo il relativo Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Unesco Italia e le sue ramificazioni sul territorio. Ha all’apice un Presidente, due vice presidenti e un segretario generale, nonché due direttori generali del Maeci (Ministero Affari Esteri Commissione Italia), rispettivamente per la diplomazia pubblica e culturale e per la cooperazione allo sviluppo, oltre a rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Ministeri Economia e Finanze, della Cultura, dell’Istruzione, Università e Ricerca, Sviluppo Economico e della Transizione Ecologica, dei due rami del Parlamento, nonché dei Presidenti delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano.
L’esigenza della Commissione scaturisce da un preciso obbligo di carattere internazionale insito dalla nascita, nella Convenzione di Londra del 16 novembre 1945 e anche la sua funzione è molto chiara e significativa già dal contenuto del Preambolo dell’Atto Costitutivo che cosi recita: “ Poiché le guerre hanno origine nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace.”
L’Unesco è in effetti più che un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la promozione delle scienze, della cultura, dell’educazione e dell’informazione, nonché di tutela del patrimonio culturale esistente, con divulgazione in sei lingue, quali arabo, cinese, francese, inglese, russo e spagnolo.
A Venezia, presso lo storico Palazzo Zorzi, insiste l’unico Ufficio Regionale Unesco per la Scienza e la Cultura in Europa, i cui principali campi d’azione orbitano intorno alle scienze ambientali, alla cultura, allo sviluppo sostenibile e al dialogo interculturale.
La Regione Umbria, sin dal 2006, partecipa al programma internazionale per la valutazione periodica delle risorse di acqua dolce del mondo, fornendo ai responsabili politici dati ed informazioni necessari al riguardo.
A Trieste ha sede l’International Center for Theoretical Physics (ICTP) Istituto Unesco, fondato nel 1964 dal premio Nobel Abdus Salam, che fa parte integrante del Polo Scientifico, nel settore delle Scienze Naturali. Tale collaborazione mira a promuovere la ricerca della conoscenza come strumento per la pace e la comprensione globale.
Dalla sua fondazione ad oggi, il Centro risulta aver ospitato più di 140.000 scienziati e oltre 100 premi Nobel che vi hanno tenuto lezioni e seminari.
Nell’ambito del Polo suddetto opera anche il TWA (The World Academy of Sciences), fondato nel 1983 dal predetto premio Nobel e da suoi collaboratori, per l’avanzamento scientifico nei paesi in via di sviluppo, i cui sforzi sono finalizzati ad affrontare le sfide della fame, delle malattie e della povertà.
Attualmente l’Italia detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità ed esattamente 58, di cui sette sono considerati straordinari patrimoni dell’Unesco e cioè:
le Dolomiti, Piazza del Duomo di Pisa, la Val d’Orcia, Assisi, i centri storici di Roma e Firenze, il Monte Etna, l’area archeologica di Agrigento, le Isole Eolie e la costiera Amalfitana.
Anche i Portici della città di Bologna, in occasione di un evento ad essi dedicato, sono stati proposti dal Presidente della Commissione, per l’iscrizione nella lista dei siti del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Nel mondo la Convenzione Unesco ne ha riconosciuto ben 1.154 siti di cui 897 culturali, 218 naturali e 39 misti presenti in 167 Paesi del mondo.
È proprio nella complessa missione tipica dell’Unesco quella di contribuire alla costruzione della pace, alla eradicazione della povertà, allo sviluppo sostenibile e al dialogo interculturale, sempre attraverso l’educazione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l’informazione.