L’etichetta di sovranista comincia a stare stretta al Presidente del Consiglio.
Al vertice del G20, unica donna leader, ha dato dell’Italia un’immagine più dinamica che in passato. E ha espresso l’ambizione che il nostro Paese si doti di una strategia di politica internazionale che non rincorra le emergenze ma abbia una visione.
Quale? “Nessun continente può essere isolato dal resto del mondo” ha detto Meloni, un’affermazione impegnativa perché il corollario è che nessun Paese può fare da solo, e questo è il contrario della visione sovranista e isolazionista. L’Italia sembra così volersi svegliare dal torpore sulla politica internazionale che ha caratterizzato i governi degli ultimi decenni. Una buona notizia che ora dovrà tradursi in azioni concrete e farci guardare oltre le beghe interne che sono sempre state la prima preoccupazione dei governi italici.
Dove guarderà l’Italia del governo Meloni? La visione sarà saldamente occidentale. Il rapporto con gli Stati Uniti è sempre più solido a vantaggio dei due Paesi. Washington nel 2018 vedeva al governo dell’Italia due partiti, la Lega tifosa di Mosca e i 5stelle affascinati dalla Cina. Oggi c’è un capo del Governo che è in totale sintonia con Biden sulla guerra in Ucraina e sui rapporti da tenere con Pechino. Forte di questo ancoraggio, Meloni vuole sviluppare una politica internazionale di dialogo e non di scontro tra l’Occidente e il resto del modo.
Nella conferenza stampa al G20 ha fatto capire che Roma deve rafforzare la sua presenza nel Mediterraneo e stabilire collaborazioni più proficue con la Turchia, definita “il principale attore insieme all’Italia nel Mediterraneo”. Un cambio di passo nelle relazioni tra Roma e Ankara, rispetto alla freddezza e diffidenza del passato, che potrebbe avere effetti anche sulle prossime mosse di Meloni in tema di immigrazione. Ma non c’è solo questo. Il Presidente del Consiglio guarda con attenzione al ruolo crescente che i Paesi dell’Asia, e in particolare l’India, avranno sia in termini di ricchezza e sviluppo che di popolazione. E chiede “una presenza proattiva italiana e anche europea“. Se le parole hanno un senso, questo significa che l’Italia chiederà agli altri membri dell’Unione di far decollare finalmente una politica estera europea finora totalmente inesistente. Niente male per una leader finora bollata come sovranista…