La quota al momento destinata nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al miglioramento dei sistemi irrigui in agricoltura è assolutamente insufficiente. Il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini ha evidenziato che servono nuove infrastrutture e interventi di innovazione, durante il suo intervento al convegno che si è svolto alla Sala dell’Annunciata di Pavia sul tema “La grande sete. Analisi e soluzioni per la crisi idrica in provincia di Pavia”. “Vanno creati bacini di accumulo ed evitate dispersioni della rete idrica. Serve una pianificazione nel medio-lungo periodo, con interventi strutturali. Se qualche anno fa ci avessero ascoltato sulla necessità di realizzare i bacini, oggi non si dovrebbe fare i conti con sei miliardi di danni per la filiera agro-alimentare provocati dalla siccità” ha detto Prandini. “Anche in questi giorni stiamo vivendo una stagione autunnale anomala, con temperature elevate e mancanza di precipitazioni: una condizione climatica ormai permanente che ci fa ritenere che il problema vada affrontato in maniera organica. Inoltre, mi chiedo perché durante l’ultima estate quando tanti fiumi erano asciutti, non si è intervenuti per regimare l’alveo? vanno messi in un angolo certi pseudo ambientalisti che, con le loro posizioni, hanno creato tanti problemi”, ha aggiunto. “È inoltre fondamentale la questione della sovranità alimentare: non potremo certamente arrivare a produrre il 100 per cento dei consumi nazionali, ma senz’altro aumentare la quota attuale. Però per produrre di più, bisogna garantire maggiore redditività agli imprenditori agricoli”, ha concluso. Nel corso del convegno sono stati diffusi i dati sulla “grande sete” registrata nelle campagne pavesi: oltre 172 milioni di euro di danni, con più di 2.300 aziende agricole devastate dalla peggiore siccità degli ultimi 200 anni.