Si è conclusa la quinta edizione del Mese dell’educazione finanziaria, con un evento al Museo Explora di Roma dove saranno diffusi i dati del rapporto Edufin sulle conoscenze finanziarie in Italia. Realizzato in collaborazione con Doxa, dai dati emerge come è aumentata negli anni la quota di italiani che vorrebbe l’introduzione dell’educazione finanziaria sia nelle scuole (da 86,5% a 89,1%) che sul posto di lavoro (da 76,5% a 79,5%). Inoltre, un italiano su dieci sa che esiste una Strategia nazionale per l’educazione finanziaria. Tra le conoscenze finanziarie, è incoraggiante inoltre che circa il 67% della popolazione conosca gli effetti dell’inflazione sul potere di acquisto.
Nonostante i miglioramenti riscontrati e il grande successo riscosso dal “Mese”, la strada da fare in questo campo è ancora molta. Rimane infatti bassa la percentuale di persone con un elevato livello di conoscenza finanziaria (appena il 44,3%), in particolare tra i più giovani (solo il 30,5%), che proprio in virtù di questa scarsa alfabetizzazione mostrano una propensione verso investimenti più rischiosi. In generale emerge un grande divario tra la percezione di conoscenza delle persone e le loro conoscenze effettive.
Sui temi previdenziali, per esempio, più del 50% degli intervistati dichiara di conoscere approssimativamente il rischio di longevità e il funzionamento del primo pilastro della previdenza pubblica, ma la percentuale di coloro che conoscono effettivamente questi concetti e il loro funzionamento risulta molto più bassa. Fra i principali fattori di stress finanziario delle famiglie sono evidenti l’aumento dei prezzi di beni alimentari ed energetici, la paura di non avere risparmi sufficienti per affrontare le emergenze e le oscillazioni dei mercati finanziari.