Energia, non sono le piccole imprese a guadagnare con gli extra prodotti. La sottolineatura critica arriva dalla Cna che contesta il decreto sostegni ter. “Le piccole imprese dotate di impianti energetici da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo”, sottolinea la Confederazione, “non sono avidi speculatori ma vengono trattate come tali dalla norma sugli extraprofitti contenuta nel decreto sostegni ter”.
Investimenti su autoproduzione
Cna osserva inoltre che davanti a costi insostenibili delle bollette è “impensabile sottrarre preziose risorse a imprese che hanno la “colpa” di aver investito per l’autoproduzione da fonti rinnovabili, contribuendo a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili”.
Imprese invitate a pagare
La norma sugli extraprofitti infatti si applica sugli impianti Fer con potenza superiore a 20 KW e prevede il recupero da parte del Gse degli extraprofitti per l’energia per immessa in rete nel periodo 1° febbraio-31 dicembre 2022, poi prorogato al 30 giugno 2023. “Da qualche settimana il Gse sta inviando la richiesta a migliaia di imprese”, commenta con disappunto la Confederazione nazionale degli artigiani, “per la restituzione di somme che variano da alcune migliaia a decine di migliaia di euro con un forte impatto sui costi e la liquidità delle imprese”.
Sospendere i pagamenti
La Confederazione sollecita il Governo a cambiare la norma. “Alla luce dell’annuncio del presidente del Consiglio sulla volontà di riscrivere con urgenza la norma sugli extraprofitti, Cna invita il Governo a sospenderla per l’anno in corso, dilazionare la scadenza per i pagamenti prevista al 31 ottobre prossimo, cancellare la proroga al giugno 2023 e in ogni caso escludere dal campo di applicazione gli impianti destinati all’autoconsumo di energia”.