mercoledì, 26 Giugno, 2024
Società

Cittadinanza, flash mob a Montecitorio

Riparte, con un flash mob a piazza Montecitorio, la mobilitazione della società civile per chiedere la riforma della legge sulla cittadinanza. L’appuntamento è per il prossimo 18 dicembre.

In campo il Movimento “Italiani senza cittadinanza”, il cui portavoce, nei giorni scorsi, è intervenuto a Roma al convegno “I processi di integrazione dei giovani di origine straniera e la riforma della cittadinanza”, organizzato per presentare i risultati del progetto Arts Togheter. Accanto agli attivisti ci saranno il Tavolo Saltamuri, genitori, studenti: insomma quella parte della società civile che intende laniare un appello ai rappresentanti del governo e al senso comune dei parlamentari perché siano avviate alcune modifiche della legge sulla cittadinanza che consentano di riconoscere a chi nasce qui da noi la cittadinanza italiana.

Ad attendere la riforma sono circa un milione di ragazzi, italiani di fatto ma non di diritto.

Secondo il “Dossier Statistico Immigrazione”, curato da Idos (Centro studi e ricerche sull’immigrazione) in partenariato con “Confronti” e con il sostegno dell’8XMille della Tavola Valdese, all’inizio del 2018 in Italia vivevano oltre 1,3 milioni di minori stranieri cosiddetti “di seconda generazione”, dei quali il 75% nato in Italia e i restanti giunti in tenera età. Alla fine dell’anno la loro presenza è senz’altro cresciuta e il Dossier stima che il numero complessivo dei soli nati in Italia sia arrivato a oltre 1 milione (quasi il doppio rispetto al 2011). Tra questi, nell’anno scolastico 2017/2018 oltre 541.000 sono stati seduti nei banchi di scuola, rappresentando quasi i due terzi (63,1%) dei circa 842.000 alunni stranieri complessivi che hanno frequentato le scuole italiane (il 9,7% del totale degli scolari). Significativo il fatto che l’incidenza dei nati in Italia tra gli alunni stranieri conosca i livelli più alti nelle scuole dell’infanzia (84,4%) e nelle primarie (75,2%), come pure tra i cinesi (82,3%), i marocchini (76%), gli albanesi (76%) e i filippini (67%), affermandosi come l’unica componente scolastica in crescita costante (+28% negli ultimi 4 anni e +5,7% solo nell’ultimo anno).

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