La Cina è stata esortata da Taiwan a risolvere pacificamente la questione dello Stretto, sollecitandola ad abbandonare la vecchia mentalità di aggressione e confronto, dopo che Pechino ha espresso ferma opposizione all’ipotesi di indipendenza dell’isola durante il suo XX Congresso, fino a inserirla nella Carta del Pcc. Il Consiglio per gli affari continentali di Taiwan ha affermato in una nota che è responsabilità di entrambe le parti stabilizzare la situazione nello Stretto di Taiwan e risolvere le divergenze in modo pacifico, reciproco e pragmatico.
La Ue, nel frattempo, ha esortato gli Stati membri a prendere in considerazione lo scenario di un attacco cinese a Taiwan e comprendere quali sarebbero le relative conseguenze al suo sistema economico. È l’input è stato lanciato ai 27 leader che hanno partecipato al Consiglio Europeo, dove si è tenuta una discussione strategica sulle relazioni con Pechino. La Ue in quel caso non potrebbe stare a guardare e le conseguenze sarebbero pesanti; basta pensare che il 98% dei chip elettronici dell’Europa viene da Taiwan. I Paesi Ue dovrebbero dunque lavorare per ridurre da subito le dipendenze nei settori critici.