Per la sesta settimana consecutiva continuano i raduni di protesta in Iran degli studenti e gli scioperi di alcuni settori produttivi dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane arrestata per un velo indossato in modo considerato improprio, mentre sono ancora attive le restrizioni di internet nonostante un appello degli attivisti. Gli studenti delle università di Teheran, e anche quelli di altre città come Isfahan, Shiraz, Zahedan, Ahvaz, Tabriz, Yasouj, Ardakan, Yazd, Sari e Bandar Abbas, sono scesi in strada gridando slogan, con le donne a capo scoperto.
Alla Sharif University, recentemente oggetto di un grave attacco da parte delle forze di sicurezza, e in altri atenei, gli studenti si sono ribellati al divieto di condividere i pasti in sale separate e uomini e donne si sono seduti insieme a mangiare in mensa. Sono intanto proseguite le serrate di bazar e negozi, soprattutto nelle città curde di Sanandaj, Bukan e Saghez. Anche la fabbrica di cioccolato di Aidin, nella città nord-occidentale di Tabriz, si è unita agli scioperi dei lavoratori nel settore petrolchimico e in altri settori produttivi.