mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Avviato il Piano Azione Nazionale Garanzia Infanzia

630 milioni di euro, afferenti al PON, sono già disponibili per sostenere le iniziative programmate a margine del Piano di Azione Nazionale Garanzia Infanzia (PANGI) operante nell’ambito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ad annunciarlo è stata Anna Maria Serafini, coordinatrice nazionale dell’importante strumento programmatorio di 50 pagine oltre ai corposi allegati e relative schede, sul sito istituzionale del medesimo Dicastero.

“Con la nomina della Cabina di Regia del Pangi di un paio di settimane fa, si è concluso l’assetto organizzativo centrale per consentire il concreto avvio di quanto già definito attraverso le componenti da individuare in ciascuna Regione ed il successivo coinvolgimento degli Ambiti Territoriali sociali, ha precisato la coordinatrice nazionale. Proprio l’ATS, ha aggiunto, diventa la sede principale di quanto produrrà Pangi, in quanto è il luogo fisico per la concertazione e il coordinamento degli interventi dei servizi sociali e delle altre prestazioni integrate collegate al nostro programma.

Le bambine e i bambini, ha sottolineato Serafini, dovrebbero poter essere liberi di crescere senza lo spettro della guerra. Quanto sta accadendo vicino a noi, in Ucraina, ci impone un’attenzione straordinaria ai temi della solidarietà internazionale e della garanzia dei diritti umani fondamentali. A tal fine il Governo italiano ha nominato un commissario e ha promosso un tavolo interistituzionale e questo Piano ritiene fondamentale promuovere un’azione perché le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi ucraini profughi possano essere accolti, insieme alle loro famiglie, e godere in Italia della pienezza dei diritti per tutto il tempo necessario alla conclusione di questo spaventoso conflitto, al fine di poter rientrare nel proprio paese.”

Il PANGI affronta due questioni fondamentali. La prima riguarda come coniugare l’universalità dei diritti dei soggetti minorenni con l’azione specifica rivolta ad alcuni di essi. La seconda attiene a come la riorganizzazione dei diversi sistemi, a partire da quello amministrativo, sociale, sanitario scolastico, possa migliorare la governance a tutti i livelli e promuovere l’intersettorialità e l’interprofessionalità.

Il Gruppo di lavoro indica di rafforzare e di implementare, gradualmente, l‘universalismo dove è più debole e di introdurre l’universalismo dove non c’è. Solo un impianto che miri ad introdurre livelli essenziali, fondi, raccolta dati governance coordinati, può superare nel tempo le criticità e offrire un investimento adeguato e continuativo verso le nuove generazioni (con specifica attenzione, ad esempio, alle categorie vulnerabili e a preadolescenti e adolescenti).

L’analisi delle misure e delle iniziative in atto sul territorio, congiuntamente alla realizzazione di un modello di governance integrato multilivello, parte da un’attenta identificazione delle bambine e dei bambini in difficoltà. L’analisi considera i minorenni provenienti dall’Ucraina; i senza fissa dimora o in situazione di grave disagio abitativo; coloro con disabilità; con background migratorio, stranieri non accompagnati e minoranze (in particolare, Sinti, Rom e Caminanti); con problemi di salute mentale e, infine, minorenni che si trovano in strutture di assistenza alternativa.

Sul piano quantitativo, parliamo del 34% dei minorenni al Sud, 20,4% dei minorenni con problemi di salute mentale, 14% dei minorenni con background migratorio, 12% dei minorenni con un solo genitore, 4% dei minorenni con disabilità. Tra i secondi risultano inclusi: 0,5-0,7% minorenni stranieri identificati come appartenenti a gruppi Rom, Sinti e Caminanti, 0,4% minorenni con genitore incarcerato, 0,1% minorenni fuori della famiglia di origine, 04% minorenni stranieri non accompagnati, 0,01 care leavers 18-21 anni, 02% minorenni nati da madri adolescenti.

A questi target sono destinate le azioni specifiche del Piano che, al contempo, pongono particolare attenzione verso:

  1. Interventi a favore della preadolescenza e adolescente. La pandemia ha infatti messo a nudo le fragilità di questo target, compreso tra gli 11 e 18 anni, che manifestano sempre di più un disagio psicologico e sociale crescente. Questo è anche emerso dal coinvolgimento del gruppo Youth Advisory Board del ruolo dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e, tra gli altri, l’Autorità Nazionale Garante Infanzia e l’UNICEF Italia;
  2. Minorenni adottati, una categoria di minori a rischio per le esperienze traumatiche pregresse, di istituzionalizzazioni, interruzione dei legami affettivi.

Abbiamo appreso che primi risultati saranno evidenti già entro quest’anno.

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