Approfittando di un’ulteriore assenza di Kurt il marziano – volato nuovamente in Inghilterra per assistere al ritorno di Boris Johnson – vado qui di seguito ad elencare alcune delle questioni che il governo appena insediato dovrà immediatamente affrontare, se non vuole che il consenso ricevuto alle ultime elezioni si volatilizzi in favore dei suoi avversari o – addirittura – del maggiore partito politico italiano: quello degli astensionisti.
Non so se fra lettori si possa annoverare qualcuno in grado di trasferire queste mie riflessioni a chi ha la responsabilità delle prime scelte dell’esecutivo, ma – se così fosse – queste “Cronache Marziane” potranno apparire meno inutili di quanto i loro detrattori fanno mostra di pensare.
Cominciamo dall’economia: nessuno meglio del Ministro Giorgetti – reduce dall’esperienza del dicastero dello Sviluppo Economico – può conoscere il dramma di liquidità nel quale si dibattono le imprese italiane, strette fra la necessità di pagare i lavoratori e i fornitori di materie prime (per non dire delle bollette energetiche!) e le sempre più stringenti difficoltà derivanti dai carichi fiscali rappresentati da cartelle accumulatesi in diversi anni e che preludono ormai a sequestri, pignoramenti e comunque all’ulteriore peggioramento del merito creditizio di cui ciascun imprenditore necessita per proseguire o incrementare le proprie attività produttive.
Non è casuale che la rottamazione delle cartelle esattoriali – che ormai si contano in decine di milioni – sia stata una delle principali promesse avanzate dal Centrodestra in sede di campagna elettorale: ora gli elettori si attendono che quella promessa venga mantenuta, altrimenti si guarderanno bene dal mantenere il loro consenso verso la maggioranza politica appena chiamata a governare il Paese.
Proseguiamo con la giustizia: grandi sono le aspettative verso il lavoro del ministro Nordio, la cui esperienza in materia risale ai tempi in cui esistevano due corridoi per stabilire chi avesse ragione e chi avesse torto: uno riservato alle ragioni della sinistra e un altro nel quale ammassare le controversie che riguardavano gli altri cittadini.
Ne è derivato un sistema sbilenco che sempre meno ha a che vedere con la “giustizia giusta”, perché la magistratura ha approfittato della propria irresponsabilità per lavorare sempre meno e sempre peggio, al punto da spingere la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a sanzionare l’Italia per le molte violazioni compiute alla Convenzione a suo tempo firmata.
Aggiungasi a quanto sopra che il Ministero della Giustizia è da molto tempo nel mirino della Commissione Europea per gli affidamenti di servizi (dalle intercettazioni alle esecuzioni) effettuati senza ricorrere alle procedure previste dal codice dei contratti pubblici: le modalità attraverso le quali sono stati prescelti i diversi Istituti Vendite Giudiziarie, ne sono l’esempio più lampante e dovrebbe finalmente essere giunto il tempo in cui anche questa specie di servizi venga assoggettata a confronto concorrenziale europeo, attraverso la pubblicazione dei relativi bandi.
Infine l’ordine pubblico: Matteo Piantedosi è notoriamente uno dei Prefetti più competenti di cui il Ministero dell’Interno disponga, ma le bande giovanili che ormai scorazzano indisturbate nel centro delle grandi città hanno raggiunto un livello così intollerabile da imporre l’uso di eccezionali strumenti di repressione.
Comprendo tutti i rischi di popolarità che il Governo dovrà correre per rendere più vivibile e meno insicura la situazione appena richiamata, ma quei rischi non potranno che aumentare con l’incrementarsi degli episodi di microcriminalità che ogni giorno riempiono le cronache.
Con questi consigli, non richiesti, auguro buon lavoro al nuovo Governo e alla nuova maggioranza parlamentare.