martedì, 17 Dicembre, 2024
Ambiente

Il portale Open dell’Anci, un faro sul riciclo dei Comuni

Ancora una volta la sinergia pubblico e privato si dimostra la formula vincente per attuare le grandi trasformazioni cui l’Italia è chiamata a dare vita. L’inaugurazione del portale “Open” realizzato da Anci, l’associazione dei Comuni italiani e Conai, il consorzio di riciclo del cartone e degli imballaggi, segna un momento importante nell’ambito della transizione ecologica e della trasparenza su cui si deve fondare, come stabilito dalle più moderne regolamentazioni sull’accesso universale alle informazioni ambientali. Il portale permette la consultazione simultanea dei dati della raccolta differenziata di tutti i Comuni italiani, dal vetro alla carta, dalla plastica all’alluminio, fino all’acciaio, al legno e al compostabile. Un unico contenitore per fornire una fotografia aggiornata dell’impegno degli Enti Locali nella raccolta differenziata e i corrispettivi economici a copertura dei maggiori oneri. L’operazione rientra nell’Accordo 2020-2024 che lega già da due anni i due soggetti e che ha già garantito il supporto ai Comuni nella presentazione di progetti di economia circolare a valere sulle risorse del PNRR per 1,5 miliardi di euro.

In Europa i più virtuosi per riciclo di materia. Raggiunto il 62%

Non è il primo passo che l’Anci fa nella direzione della promozione del riciclo dei rifiuti, soprattutto a sostegno di quegli Enti più lenti a raggiungere gli obiettivi europei.  “L’Anci sta mettendo il tema ambientale e della qualità della vita al centro della propria azione e lo sta facendo, non solo con proposte normative, ma anche con azioni operative”, ha spiegato il presidente Enzo Bianco riferendosi anche alle attività di formazione nelle Regioni che non hanno raggiunto buoni risultati nella raccolta differenziata. I dati dell’XI Rapporto Anci-Conai 2021 sembrano confermare questo impegno. “Nel 2020 sono state migliorate le performance di raccolta differenziata di quasi tutte le Regioni italiane, specie quelle del Sud, con un dato medio complessivo di circa il 62% di differenziata”. Significativi avanzamenti “anche per i quantitativi gestiti all’interno dell’Accordo Quadro Anci – CONAI con quasi 7 milioni di tonnellate di imballaggi di carta, plastica, vetro, metalli e legno, così come i corrispettivi erogati ai Comuni attestatisi intorno ai 630 milioni di euro”. Nel suo insieme, l’Italia resta il Paese in Europa con uno dei tassi maggiori nel riciclo di materia, continuando a tenere alta l’attenzione sul tema della raccolta dei rifiuti e dell’organizzazione del ciclo integrato, anche sotto pandemia.

Secondi solo al Lussemburgo nel riciclo degli imballaggi. Raggiunto il 73%

Gli Enti Locali hanno cominciato a comprendere che i rifiuti, oggi più che in passato, sono risorse prodotte dalle nostre città, “vere e proprie miniere metropolitane”, ha sottolineato il presidente del Consorzio, Luca Ruini. “L’Italia risulta essere al primo posto tra i grandi Paesi europei per la quantità di imballaggi avviati al riciclo per abitante – ha aggiunto Ruini -, siamo davanti alla Germania. In Europa l’unico altro Paese con valori più alti risulta essere il Lussemburgo. È importante migliorare la raccolta differenziata di qualità. Se oggi siamo al 73% di imballaggi avviati al riciclo, nei prossimi anni ci aspettiamo una crescita proprio grazie ai dati in crescita del Centro Sud”.

Il Veneto la Regione più virtuosa, la Sicilia la più in ritardo

Al 31.12.2020 i rifiuti differenziati in Italia ammontano a 18.118.997 tonnellate, quelli indifferenziati sono 10.708.321, per un totale di rifiuti urbani di 28.827.317 t. La produzione pro capite di differenziati sono 305,8 kg per una percentuale di differenziata del 62,9%, con un trend in crescita nell’ultimo quinquennio. La Regione più virtuosa è il Veneto con il 76,1%, la più bassa la Sicilia con il 42,3%. Il 67% dei quantitativi conferiti ai Consorzi di filiera è rappresentato dagli imballaggi in carta e il vetro. Durante il primo anno della pandemia la filiera della carta ha registrato un aumento di quasi il 20%, aumento più contenuto, ma significativo, per l’acciaio con un +6,1%. Sono diminuiti i flussi di plastica, legno e alluminio.

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