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Le imprese al femminile sono più green

venerdì, 21 Ottobre 2022
1 minuto di lettura

Nove imprese femminili su dieci ritengono importante adottare misure green per ragioni di sostenibilità ambientale e il 47% prevede di fare investimenti orientati a ridurre gli impatti dell’impresa sull’ambiente per il triennio 2022-2024. Questa attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle imprese “in rosa” si è accentuata dopo la crisi pandemica e si incrementerà anche alla luce della crisi generata dal conflitto Russia-Ucraina, soprattutto in relazione ai temi dell’autonomia energetica. Questi uno dei risultati principali che emergono dall’indagine sulle imprese femminili e la sostenibilità realizzata da Terziario Donna Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne” e presentata a Bari, in occasione della quarta tappa della Roadmap “Impresa è Donna”.   Le imprese green sono più competitive e tra le imprese femminili che hanno effettuato investimenti in sostenibilità ambientale, il 45% ha dichiarato di prevedere un incremento di fatturato nel 2022 rispetto all’anno scorso, il 22% prevede di incrementare il numero dei propri occupati, il 14% prevede un ritorno ai livelli produttivi pre-Covid.  La maggior parte delle imprese eco-investitrici ha avviato innovazioni che riguardano il processo produttivo più che la realizzazione di prodotti green. Tuttavia, nel corso degli anni è aumentata la quota di imprese che punta ad entrambe le innovazioni.   Questa tendenza non può che essere valutata positivamente e indica una sempre maggiore consapevolezza delle imprese sulle tematiche della sostenibilità ambientale. Le imprese non eco-investitrici incontrano diverse barriere che impediscono loro di realizzare investimenti green. I tre principali ostacoli sono: l’insufficienza di risorse finanziarie, segnalato da più di un’impresa femminile su tre (34%) e da un’impresa maschile su cinque (20%); la mancanza di cultura green segnalata dal 21% delle imprese femminile e dal 28% delle imprese maschili; la scarsa conoscenza delle agevolazioni pubbliche e alla difficoltà di ottenerle (17% delle femminili e 22% delle maschili).2

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