Se Berlusconi stamattina non farà altri show, Mattarella nel pomeriggio incaricherà Giorgia Meloni che già domani potrebbe proporre la lista dei ministri per ottenere il consenso del Presidente. Sulla politica internazionale la convergenza di visioni di Meloni e Mattarella garantisce che la nomina del ministro degli Esteri darà la massima garanzia di fedeltà all’Europa e alle Alleanze occidentali.
Salvo imprevisti la composizione del Governo non dovrebbe riservare sorprese.
Mentre sorprendente sarà quello che faranno le opposizioni. Mai come questa volta sono divise e contrapposte tra loro. Si tratta di tre aree che hanno litigato in campagna elettorale e che continueranno a farlo tra loro e nei confronti del governo Meloni. Che potrebbe trarre vantaggio da questa frammentazione.
Stavolta non c’è un principale partito di opposizione che fa ombra agli altri. Letta, Conte e l’asse Calenda-Renzi faranno a gara tra loro per distinguersi nel contrastare la politica del governo.
Andranno a caccia di argomenti diversi e identitari per rendere il no del loro partito più distinguibile e forte rispetto a quello degli altri. Questa competizione potrebbe indebolire l’impatto complessivo delle opposizioni che, divise tra loro, darebbero al Governo spazi di manovra per smontare di volta in volta gli argomenti usati e ottenere ammorbidimenti.
Qualcuno sosterrà che il Centrodestra ha i numeri per fare tutto da solo e non avrà bisogno di “tenersi buone” le forze di opposizione. In realtà, il Centrodestra potrebbe avere problemi di compattezza interna e Meloni potrebbe essere oggetto di tentativi di condizionamento eccessivo da parte della Lega e di Forza Italia. Per questo poter contare su un’opposizione divisa potrebbe aiutare Meloni a fronteggiare le frizioni della maggioranza.