lunedì, 18 Novembre, 2024
Agroalimentare

Agricoltura, meno macchinari e fertilizzanti. Prandini (Coldiretti):rincari per le  imprese ma tuteliamo i consumatori

Due numeri per comprendere le difficoltà delle imprese agricole. Calano del 14% gli acquisti di trattori nelle campagne italiane dove si taglia anche del 30% l’uso dei fertilizzanti a causa dei rincari energetici. Due dati negativi che mettono a rischio la produttività dei raccolti Made in Italy e le forniture alimentari. Sono per la Coldiretti gli effetti della crisi energetica in agricoltura dove più di una azienda su dieci (13%) è in pericolo di chiusura secondo il Crea. C’è però un impegno il non far gravare gli aumenti dei costi sui consumatori.

Meno macchinari e produzioni

“Le difficoltà economiche”, sottolinea la Coldiretti, “hanno portato a ridurre l’acquisto di mezzi tecnici indispensabili per le coltivazioni già duramente colpite dal clima anomalo. Un calo negli acquisti del 14%
si registra anche per le mietitrebbiatrici, mentre le trattrici con pianale di carico perdono il 21,5% e i rimorchi il 9,5% secondo Federunacoma”.

Fertilizzanti costi raddoppiati

A pesare sul settore è anche l’aumento del costo dei fertilizzanti, che in un anno è più che raddoppiato. “In particolare”, continua la Coldiretti, “l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai , Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata”. I prezzi dei fertilizzanti sono aumentati dopo le sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. “Si stima”, calcola la Confederazione, “che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale”.

L’energia per l’agricoltura

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi
della Coldiretti sulla base dei dati Enea. “Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da
fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep)”, calcola la Coldiretti, “Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica,
per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).
Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità
delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione”.

No ad aumenti sui consumatori

Senza dimenticare, osserva la Confederazione, che a migliorare il bilancio energetico della filiera ci sono gli investimenti nell’economia circolare con la produzione di bioenergie, dal fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni rurali fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente.
“Un impegno che va sostenuto con interventi diretti”, conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “equiparando le imprese dell’agroalimentare alle aziende energivore per tutte quelle misure che le riguarderanno in modo da garantire la produttività nelle nostre campagne ma anche per non far gravare gli aumenti dei costi sui consumatori”.

 

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