Via libera dal Consiglio dei ministri all’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del Comparto delle Funzioni locali per il triennio 2019-21, che riguarda circa 430mila dipendenti. “Sono molto soddisfatto per l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un contratto importante e molto atteso dai circa 430mila dipendenti di Comuni, Province, Regioni e Camere di commercio.
Ora c’è il passaggio alla Corte dei conti e, poi, la sottoscrizione definitiva, che potrebbe avvenire entro metà novembre. Il via libera di oggi arriva al termine di una trattativa lunga, ma che ha portato a un risultato importante per l’intera categoria”, ha dichiarato il presidente dell’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) Antonio Naddeo. “Abbiamo concluso tre contratti nazionale da gennaio ad oggi, Funzioni centrali, Sanità e ora Funzioni locali, per circa 1 milione e 300mila lavoratrici e lavoratori del settore pubblico Ora occorre concentrare gli sforzi sul rinnovo del contratto dell’Istruzione e ricerca per il quale abbiamo calendarizzato quattro riunioni per i prossimi 14 giorni.
L’Aran è sempre in attività. Ringrazio il Governo e, in particolare, il ministro Brunetta per aver sostenuto fin dall’inizio e in tutte le sedi, il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e che, anche oggi, si è adoperato attivamente per l’approvazione del contratto nel Consiglio dei ministri. In questi 20 mesi di governo il tema della contrattazione pubblica è tornato centrale e rilevante come non accadeva da tempo, e speriamo si possa continuare con altrettanto impegno”, ha aggiunto. Nell’accordo vi sono numerose e rilevanti innovazioni sugli aspetti salienti del trattamento normo-economico del personale.
L’incremento retributivo medio del comparto è di 100,27 euro mensili per tredici mensilità, considerando anche le risorse aggiuntive dello 0,55% e 0,22%, l’incremento mensile arriva a 117,53 euro. Gli arretrati medi del contratto sono pari a poco meno di 1.900 euro. È stata messa in atto una revisione del sistema di classificazione del personale adeguandolo alle peculiari esigenze organizzative e gestionali degli enti. A completamento del sistema di classificazione, è prevista una rivisitazione del sistema degli incarichi di posizione organizzativa e di elevata qualificazione, che ne aumenta la rilevanza.