Un accordo sui ministri alla fine si trova sempre. Ma la vera sfida sarà sui gravi problemi da affrontare e sui quali si misurerà la vera compattezza della coalizione. Giorgia Meloni dovrà mettere sul piatto tutta la sua capacità di leadership nella doppia veste di capo della coalizione che ha vinto le elezioni e di futuro Presidente del Consiglio.
La squadra di governo non sarà forse quella che Meloni aveva immaginato, ma l’Esecutivo che si appresta a nascere è il punto di equilibrio che consente alle anime del centrodestra di restare unite mettendo da parte dissapori anche profondi.
Sarà un governo tutto politico, in cui i leader saranno coinvolti direttamente con importanti responsabilità ministeriali.
E questo dovrebbe assicurare un buon livello di armonia nelle decisioni. Non sappiamo se Meloni costituirà un organismo come il Consiglio di Gabinetto, una sorta di cabina di regia istituzionale che dovrebbe concordare periodicamente le linee strategiche dei vari interventi. Di sicuro avrà contatti frequenti per motivi d’ufficio con Tajani e Salvini e potrà quindi avere il polso della temperatura politica della sua maggioranza.
Certo il parto non è stato semplice. C’è voluto un mese di continue e non sempre lineari consultazioni. Si è arrivati anche sull’orlo della rottura. Poi ha prevalso il buon senso e l’interesse comune delle forze che unite hanno vinto le elezioni. Nessun altro governo sarebbe stato possibile dopo il voto del 25 settembre. E se il centrodestra si fosse spaccato l’unico esito possibile sarebbero state nuove elezioni fra qualche mese.
È tutto dunque rose e viole? Non proprio. C’è un groviglio di problemi economici, sociali e di politica internazionale che vanno affrontati con compattezza e rapidità. Su vari temi permangono diversità di impostazioni nonostante sia stato varato, prima della campagna elettorale, un programma comune. Meloni dovrà mediare ma fino ad un certo punto perché poi le decisioni saranno addebitate solo a lei. Per questo dovrà munirsi di una squadra di collaboratori di alto livello e di esperienza sia nella gestione dei dossier che nella comunicazione. Insomma il difficile verrà dopo il giuramento dei ministri.