Secondo le stime di Coldiretti la spesa alimentare costerá alle famiglie italiane 650 euro in più per imbandire la tavola durante l’anno a causa dell’impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare. In cima alla classifica dei rincari con un 60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, seguono burro (+38,1%), margarina (+26,5%), riso (+26,4%), spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità, latte uht (+24,5%), farina (+24,2%) e pasta (+21,6%). Tutto questo mentre nelle campagne il prezzo del grano non copre i costi di produzione degli agricoltori.
Salgono anche i vegetali freschi del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi. A causa dei rincari il 51% degli italiani taglia la spesa nel carrello secondo l’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it, dalla quale si evidenzia che il 18% ha ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost, mentre il 31% non ha modificato le abitudini di spesa. Gli italiani, sottolinea ancora la Coldiretti, vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni. Accanto alla formula tradizionale del 3ž2 e ai punti a premio, si sono differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili.