MILANO (ITALPRESS) – La difficoltà di reperimento di figure professionali idonee da parte delle imprese riguarda il 43,3% delle assunzioni programmate, in aumento di sette punti percentuali rispetto allo scorso anno. Un fenomeno che va di pari passo con quello dei 'Neet', giovani che non lavorano né studiano, e che in Italia rappresentano il 20%, mentre in Lombardia sono 165mila. Da qui una guida realizzata con l'obiettivo di contribuire alla riduzione del 'mismatch' tra domanda e offerta di lavoro che Assolombarda, in collaborazione con Adapt, ha illustrato, oggi nella sede milanese dell'associazione degli industriali. Si chiama "Mestieri e Competenze", lo studio che intende far fronte alle difficoltà da parte delle aziende di individuare e selezionare figure professionali dotate di competenze adeguate alla propria attività. Una criticità che, di fatto, limita la produttività delle imprese ma non solo: rende, infatti, inefficaci le transizioni scuola-lavoro e, di conseguenza, aumenta il rischio di disoccupazione e inattività giovanili, incrementando anche il fenomeno dei 'Neet'. "Oggi tutte le attenzioni sono concentrate sul tema dell'energia che è fondamentale per l'esistenza delle nostre aziende ma il tema che viene subito dopo, se non alla pari, è quello delle competenze – ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della guida -. Il 'mismatch' che oggi abbiamo tra domanda e offerta di lavoro è molto alto. Le aziende, mi riferiscono sempre più spesso che non trovano profili adeguati e mancano le competenze adeguate". Questo, ha sottolineato Spada, "è un tema che per Assolombarda è assolutamente cruciale". Il primo intervento proposto dall'associazione degli imprenditori di Milano, Monza, Brianza e Lodi "riguarda sicuramente il tema dei salari, che va affrontato tenendo in considerazione anche che nel nostro Paese il costo del lavoro è tra i più elevati. Nel 2021- osserva Spada- il nostro cuneo fiscale è stato pari al 46,5% contro una media Ocse stabile al 34,6%, cuneo che in Italia per alcuni livelli di reddito raggiunge anche il 58%". A lanciare l'allarme è anche la vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano, Monica Poggio: "Il periodo storico che stiamo vivendo è profondamente caratterizzato da una vera e propria emergenza competenze. Si tratta di un fenomeno preoccupante che impatta negativamente sulle prospettive di crescita delle aziende e, in particolare, sulla propria capacità di innovare". Da parte sua, Assolombarda, "consapevole della centralità del capitale umano – ha detto ancora Poggio- intende migliorare i processi di inserimento lavorativo dei giovani in azienda. Un obiettivo che può diventare realtà anche attraverso un dialogo costante tra imprese, scuole, Its e università, per favorire lo sviluppo di competenze coerenti con quelle richieste dal mercato del lavoro". Secondo la ricerca, c'è molto da fare: le imprese, infatti, segnalano la debolezza di competenze trasversali da parte dei candidati: adattabilità, pensiero critico, capacità di lavorare in gruppo e comunicazione interpersonale sono gli aspetti che i recruiter fanno fatica a trovare nei giovani in uscita dai percorsi scolastici e universitari. Un fenomeno che prende sempre più forma, da un lato, a causa della rapidità con cui le trasformazioni in atto mutano i contenuti professionali richiesti per svolgere determinati mestieri e, dall'altro, in ragione delle rigidità normative che limitano le istituzioni formative nell'aggiornare la propria offerta didattica. In base al documento targato Assolombarda-Adapt, un fattore che alimenta tale difficoltà è la poca conoscenza dei percorsi della filiera professionalizzante: percorsi di istruzione e formazione professionale regionali, Ifts, Its Academy. L'assenza di orientamento e la scarsa attenzione all'esperienza lavorativa come possibilità di apprendimento, oltre che i pregiudizi che ancora perdurano sulla formazione "pratica", hanno dunque un impatto negativo sul reperimento di f igure specializzate da parte delle imprese. A ciò si aggiunge anche la perdita di attrattività di molti mestieri, ritenuti troppo faticosi, poco soddisfacenti e scarsamente retribuiti. Il rapporto chiama, infine, in causa le istituzioni, tracciando la strada dei prossimi interventi utili per adattare il mondo della formazione ai bisogni delle imprese. In particolare, secondo lo studio, occorre completare la riforma degli Istituti Tecnologici Superiori (Its Academy) attraverso la stesura dei decreti attuativi, aumentando anche gli investimenti previsti dal Pnrr per l'incremento dell'offerta formativa. La guida, inoltre, indica l'importanza del processo di restyling delle classi di laurea, per sviluppare competenze idonee ad affrontare la complessità. Infine, segnala la necessità di semplificare i meccanismi organizzativi e gestionali dei dottorati di ricerca industriali, al fine di incentivare l'adesione delle aziende.(ITALPRESS). Photo credits: Ufficio stampa Assolombarda xb5/trl/red 17-Ott-22 12:48