Se il buongiorno si vede dal mattino le parole di Giorgia Meloni fanno capire che la leader del Centrodestra è un osso duro e non si farà mettere i piedi in testa da nessuno. Neanche da Berlusconi. Al quale replica a brutto muso. Il messaggio è chiaro: nessuno mi può imporre ministri che non voglio o minacciare alcunché. Meloni mette Forza Italia di fronte ad un bivio: o collabora alla formazione del Governo oppure segue il Cavaliere nella sua crociata suicida contro di lei e si chiama fuori dai giochi col rischio che si torni a votare… Il tutto dopo 3 settimane di trattative sul governo e a 5 giorni dalle consultazioni al Quirinale.
Uno scenario preoccupante per chi, come Mattarella, deve trovare una soluzione per dare un governo stabile al Paese.
L’escalation è stata innescata da Berlusconi che prima non ha fatto votare La Russa alla Presidenza del Senato e poi ha scritto di suo pugno un elenco di offese contro la leader di Fratelli d’Italia. L’ha definita supponente, prepotente, arrogante e offensiva, una con cui non si può andare d’accordo“. Davvero troppo. Meloni non poteva far finta di niente e ha replicato: “Nella lista di Berlusconi mancava un punto, io non sono ricattabile”.
Berlusconi deve fare un passo indietro, ammettere di aver sbagliato e cambiare registro oppure andare allo scontro finale con Meloni, rischiando definitivamente di uscire di scena e di isolare quel che resta del suo partito. Che difficilmente lo seguirebbe in questa politica suicida.
Meloni lo sa da prima della vittoria elettorale che il suo fronte più difficile è quello interno. L’opposizione non ha né i numeri adeguati né la compattezza necessaria per poter insidiare il futuro Governo Meloni.
Insomma vale il solito adagio: dagli amici mi guardi Iddio ché dai nemici mi guardo io. Salvini e Berlusconi non hanno mai accettato il fatto che lei abbia oggi il triplo dei voti della Lega e di Forza Italia e che sia lei a guida la coalizione. Salvini ha provato a resistere ma ha capito che irrigidendosi non avrebbe ottenuto granché. Berlusconi è stato meno duttile e aizzato da un ristretto entourage che capisce poco di politica, ha scelto di provocare Meloni in modo perfino maldestro.
Certo il centrodestra non sta dando una gran prova di sé: si è presentato unito per vincere in gran parte dei collegi uninominali, perfino con un programma comune. Meloni lo ha trascinato ad una vittoria nettissima concedendo a Forza Italia e Lega un numero di seggi sproporzionato rispetto ai loro risultati elettorali. Adesso non ci sono alibi: o sono in grado di formare un governo che Meloni vuole di alto profilo, oppure la parola torni agli italiani.
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