sabato, 16 Novembre, 2024
Manica Larga

Un mondo di plastica

Immaginiamo di voler spostare un milione di auto. Per farlo servirebbero circa 17 milioni di barili di petrolio. Che è quanto impieghiamo per produrre tutte le bottiglie di plastica che usiamo in un anno.

Una sfida

Più in generale, la produzione di plastica si è moltiplicata in modo esponenziale. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico la produzione di plastica è aumentata di 230 volte dal 1950.

Con essa anche i rifiuti di plastica sono raddoppiati ed entro il 2040 la quantità di plastica nei nostri oceani potrebbe quadruplicare. Ciò nonostante gli sforzi per cambiare le abitudini personali, come riciclare, o quelli del settore privato per introdurre alternative alla plastica monouso.

In questo quadro le grandi multinazionali hanno cominciato a giocare la partita dei brand for good cercando di mettere in campo strategie di marketing tese a promuovere un approccio positivo alla sostenibilità. C’è da dire, tuttavia, che se è vero che queste non possono rinunciare dall’oggi al domani alla plastica, è altrettanto vero che restano ancora in cima alle classifiche dei maggiori polluter a livello globale.

Se poi aggiungiamo il fatto che due miliardi di persone in tutto il mondo non sono collegate a un efficace sistema di gestione dei rifiuti e che quelli esistenti mancano della trasparenza necessaria a supportare l’accelerazione verso l’economia circolare, possiamo provare a immaginare l’enorme sfida che abbiamo di fronte.

Le opportunità

Cosa possono fare le startup per aiutare? Secondo un recente studio occorre riflettere maggiormente sulla creazione di tecnologie e progetti in grado di gestire la gestione dei rifiuti, integrare la collaborazione internazionale e ridurre i rifiuti al minimo indispensabile nel punto di origine a monte.

Ovvero, affinché la macchina funzioni, ci sarebbe bisogno di un accordo di governance globale giuridicamente vincolante che limiti e controlli in modo efficace e misurabile l’inquinamento da plastica.

Di diverso avviso Nicola Stones, vicepresidente marketing di Cleanhub, una startup con sede a Berlino che aiuta i proprio clienti a smaltire rifiuti di plastica: “È molto più facile implementare il modello di economia circolare da zero che passare attraverso i sistemi esistenti”.

Fatto sta che se non cominciamo a fare qualcosa per noi stessi, ovvero se non partiamo dal presupposto che dovremmo coltivare un po’ di amor proprio, ci sarà ben poco da fare per scegliere liberamente il futuro che ci aspetta. Insomma, un cane che si morde la coda, altro che economia circolare.

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