domenica, 22 Dicembre, 2024
Economia

Rapporto Gdf. 34 miliardi rubati allo Stato. Pochi quelli recuperati

Una valanga di soldi, sottratta o meglio dire derubata allo Stato. Fondi intascati illegalmente, riciclati, esportati, attraverso una catena di complicità che vede protagonisti anche funzionari statali infedeli in combutta con faccendieri, titolari di imprese fittizie. Si lucra su appalti manipolati fino si ticket sanitari e Reddito di cittadinanza.

Una catena di frodi che se sommate negli ultimi cinque anni portano alla cifra record di 34 miliardi di euro.

Una media, come si sottolinea nel resoconto, di 7 miliardi all’anno. A indicare cifre, ammanchi, corruzione, connivenze e complicità anche in apparati della pubblica amministrazione (che dovrebbero vigilare), sono i rapporti della Guardia di finanza che svelano quanto pesa il crimine nelle tasche degli italiani e quante persone ne sono coinvolte. Un calcolo a cui ha partecipato anche Il Sole 24 Ore, che ha portato in evidenza in che misura abbiano inciso i sistemi illeciti a danno della spesa pubblica. I fatti accertati hanno portato alla denuncia di 114 mila 381 soggetti.

Soldi tolti a famiglie e imprese

Le frodi contro lo Stato, si ricorda, rappresentano per paragone la metà della cifra dei fondi messi a disposizione dal Governo Draghi per sostenere l’impatto del caro bollette e inflazione. Dei miliardi sottratti, cosa ancor più inquietante, si è riusciti a sequestrare e recuperare poco più di 2 miliardi. Le indagini della Finanza hanno aperto un faro su come i miliardi frodati allo Stato sono passati attraverso imprese infiltrate, tangenti, appalti manipolati, faccendieri, spese previdenziali e sanitarie gonfiate. Risvolto amaro dell’intera vicenda una sottrazione di denaro avvenuta anche con la complicità funzionari pubblici compiacenti.

La graduatoria del malaffare

Dal 2017 al 2021 gli appalti infiltrati, mazzette e responsabilità amministrativa erariale hanno assorbito quasi il totale dell’ammontare complessivo delle frodi accertate. Seguono le truffe sui fondi strutturali, sugli incentivi alle imprese, tra i quali anche i contributi a fondo perduto e i finanziamenti assistiti da garanzia (a partire dal 2020) erogati in piena pandemia dai Governi Conte e Draghi, e sulla politica agricola e di pesca della Unione Europea. Solo il giro di appalti truccati ammonta, secondo le indagini della Guardia di finanza, 12,1 miliardi. In questo contesto sono state denunciate 18 mila 952 persone.

Fondi e incentivi nel mirino

Sempre analizzando i cinque anni presi in esame ci sono state frodi sui fondi strutturali e sugli incentivi alle imprese. Gli accertamenti hanno portato alla luce sottrazioni per 1,3 miliardi. A questa somma vanno aggiunti 235,2 milioni, ovvero il valore delle frodi accertate su erogazioni varate a partire dal 2020, quali i finanziamenti assistiti da garanzia (per 213,1 milioni) e i contributi a fondo perduto Covid (per 22 milioni).

I casi messi in evidenza

Nel dossier della Guardia di finanza si indicano anche i casi del malaffare scoperti. Sono vicende che mostrano con crudezza e realismo come gli illeciti e i guadagni a danno delle casse pubbliche siano realizzati con una disinvoltura sorprendente. Per fortuna anche scovati.
C’è, come si riferisce, casi di poche migliaia di euro, come ad esempio, l’imprenditore lombardo che ha utilizzato 8 mila 700 euro di fondi bancari assistiti da garanzia per comprare un orologio Rolex ed estinguere debiti personali, ma anche un gruppo di veneti e laziali che si era intascato 4,3 milioni di finanziamenti anti-Covid poi in parte fatti sparire su conti correnti in Regno Unito, Repubblica Ceca, Albania, Ungheria e Romania.

Affari su ticket e RdC

Dal giro degli illeciti non sono stati risparmiati anche i settori più “poveri” come ticket sanitari, al reddito di cittadinanza, spese previdenziale e prestazioni sociali. Il valore accertato in campo sanitario (compreso il ticket) è pari a 361,5 milioni, 211,3 milioni in ambito previdenziale e 303 milioni per le prestazioni sociali.

L’analisi di Bankitalia

Una attività di controllo e prevenzione viene svolta dalla Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) di Bankitalia. Tra i compiti dell’ente anche quello di vegliare su fenomeni di riciclaggio.
Le 128 segnalazioni per operazioni sospette, denominate Sos, degli enti locali giunte nel 2021, hanno avuto un riscontro nel 36% dei casi. Uno spaccato anche in questo caso di rapporti opachi a livello regionale tra politica, imprenditoria e funzionari addetti agli iter amministrativi per il rilascio di autorizzazioni e concessioni.

2022 boom di segnalazioni

Nel primo semestre del 2022 la Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia, diretto da Claudio Clemente, ha ricevuto 74 mila 233 segnalazioni di operazioni sospette. In aumento rispetto a quelle pervenute nel periodo corrispondente del precedente anno (+5,9 per cento). “L’incremento”, annota l’Ente, “segna un ritorno all’andamento rilevato nel triennio 2018-20.
Il maggiore contributo all’incremento delle segnalazioni è riferibile agli operatori bancari e postali che, dopo due anni di continua riduzione, hanno aumentato l’incidenza al 58,1 per cento (56,0 per cento nel primo semestre 2021); il comparto finanziario non bancario ha invece registrato una contrazione nel numero di segnalazioni”.
“Tra i segnalanti appartenenti al comparto non finanziario”, evidenzia l’Unità di Informazione Finanziaria, “il contributo segnaletico più elevato è ascrivibile ai prestatori di servizi di gioco, a cui è riferibile il 6,6 per cento delle segnalazioni del semestre”. L’Unità, si legge nella nota di resoconto, “ha complessivamente analizzato e trasmesso agli Organi investigativi 72 mila 658 segnalazioni (+5,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021) e ha adottato 19 provvedimenti di sospensione per un valore di complessivi 3,4 milioni di euro”.

Illeciti da nord a sud

L’intero territorio nazionale è coinvolto in questa ragnatela di illegalità, ma il fenomeno è per ampiezza più rilevante nel Mezzogiorno, dove il tasso di illeciti è più alto, come registra anche l’Autorità nazionale anticorruzione. Infine un dato particolarmente allarmate tra il 2017 e il 2021, la Guardia di finanza ha accertato una frode pari a 19,4 miliardi per responsabilità amministrativa per danno erariale, contestata a 27 mila 296 dipendenti pubblici.

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