La Germania è un gigante economico e un nano politico nell’Europa a 27. Con la sua forza economica dovrebbe essere il Paese-guida nella ricerca di soluzioni europee a problemi che i singoli Stati non riescono ad affrontare da soli. E invece rinuncia a esercitare questo ruolo. Si rifugia nella tutela esclusiva del proprio interesse nazionale. Dà così una mano a chi agita il sovranismo come grimaldello per far saltare l’Unione europea. È una miopia, quella di Berlino, che non fa onore alla memoria di Adenauer, il Cancelliere che dal 1949 al 1963 legò le sorti della Germania proprio alla cooperazione in Europa.
Si ha l’impressione che le decisioni della Germania siano sempre adottate sull’onda della paura e non del progetto. Per anni, la paura di un’inflazione inesistente ha reso la Germania il cane da guardia dell’austerità monetaria della Bce che stava portando l’euro alla catastrofe. Evitata solo perché Mario Draghi impose con autorevolezza e determinazione il bazooka del “whatever it takes” mettendo in un angolo il cieco rigorismo della Bundesbank.
Impossibile cavarsela da soli
All’inizio della pandemia la Germania provò a cavarsela da sola ma poi si rese contro che il male era comune e finalmente- anche sotto pressione della Francia- accettò di varare il primo indebitamento comune per sostenere i 750 miliardi del Next Generation Eu. Diciamola tutta: furono gli imprenditori tedeschi a spiegare ad Angela Merkel che se l’economia italiana -colpita più di altre- fosse crollata avrebbe trascinato nella polvere gran parte delle imprese tedesche.
Quando Putin ha aggredito l’Ucraina è stata proprio la Germania a bloccare la proposta dell’ Italia di imporre un tetto al prezzo del gas che avrebbe impedito a Putin di accumulare ingenti risorse per finanziare la guerra e avrebbe frenato l’inflazione. che ora travolge anche Berlino. Ma la politica tedesca torna a commettere il solito errore: fare da sola. Si illude che tirando fuori 200 miliardi salverà aziende e famiglie tedesche, lasciando che altri paesi soffochino sotto il peso dei costi dell’energia.
Se la manifattura italiana costerà molto di più finirà per pesare anche sui prezzi dei prodotti tedeschi che hanno bisogno dei nostri .
La dura reazione di Draghi
Draghi ha spiegato che è un triplice errore: distorce il mercato, aumenta il debito e spacca la solidarietà europea. E l’Italia dovrà anche fare la voce grossa: se ognuno bada a se stesso perché mai Roma dovrebbe mettere a disposizione parte delle sue riserve di gas con altri Paesi europei.
Se la pandemia è stata una tragedia affrontata tutti insieme -e ha funzionato- la mega inflazione dovuta alla crisi del gas in piena guerra nel cuore dell’Europa è un’altra tragedia che va gestita con un’operazione comune di sostegno europeo a tutte le economia in difficoltà. Serve un Energy Recovery Plan
Il monito di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni, nella sua prima uscita pubblica dopo il successo elettorale ha spiegato chiaramente che l’Italia porrà la tutela del suo interesse nazionale come base per la ricerca di soluzioni comuni.. “Questo non vuol dire -ha spiegato Meloni- avere un approccio negativo verso gli altri ma averne uno positivo verso se stessi. Confido ci siano i margini per mettere a punto una soluzione che impatterà sui costi energetici e delle bollette tra qualche mese. Il lavoro che va fatto in queste ore è proprio capire come intervenire sui costi energetici di questo autunno”. Anche perché “se noi pensiamo, a livello nazionale, di poter compensare il costo delle bollette che continuano a salire, vuol dire regalare soldi alla speculazione. Il tema è come si ferma la speculazione”
Ben altra cosa dal sovranismo tedesco che cura i propri interessi in barba a qualsiasi forma di solidarietà comune.