Una politica e scelte di Governo che siano vicini ai ceti produttivi. È l’auspicio di Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato della Confcommercio che commenta i risultati delle elezioni
politiche.
“Al di là delle opinioni di ciascuno, le urne ci hanno restituito un esito chiaro. Non possiamo che salutare con favore l’eventuale scenario di stabilità”, auspica Gattinoni, “che ne deriva e che consentirebbe una pianificazione delle azioni e degli interventi a favore del settore turistico, in particolare del turismo organizzato”.
Più attenzione al turismo
Il presidente della Federazione turismo della Confcommercio pone poi una aspettativa, “ora ci aspettiamo dalla classe politica che sia davvero vicina ai ceti produttivi, dimostrando per il turismo quella sensibilità
che il comparto merita, dato il suo peso nell’economia italiana. Non siamo ancora usciti in via definitiva da due anni e mezzo tremendi, dunque siamo ansiosi”, evidenzia l’esponente della Confcommercio, “di instaurare un dialogo e una collaborazione istituzionale improntati alla lealtà e alla concretezza”.
Aspettative e tempi tecnici
I tempi tecnici necessari per il varo del nuovo governo, ricorda la Confcommercio, hanno evidentemente un impatto sulla tempistica degli adempimenti di finanza pubblica. “Se difficilmente il nuovo esecutivo
potrà essere operativo prima di inizio novembre”, calcola la Confederazione dei commercianti, “va da sé che la manovra economica non potrà essere presentata a Bruxelles entro metà ottobre e approvarla per
fine anno, per non incorrere nell’esercizio provvisorio, sarà una vera impresa oltre che una corsa contro il tempo”.
La nuova Legge di Bilancio
“Quanto alla sua consistenza”, osserva la Confcommercio, “tenendo conto solo delle spese cosiddette obbligate come i rifinanziamenti, i rinnovi contrattuali e l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, la legge di bilancio parte già da 20-25 miliardi”.
Economia in peggioramento
Il tutto, fa presente la Confcommercio, in un quadro macroeconomico in netto peggioramento: “la nota di Aggiornamento al Def dovrebbe stimare per l’anno prossimo non più il 2,3% come precedentemente previsto ma all’incirca lo 0,5%, e un rapporto deficit/Pil intorno al 5% e non più al 3,7%”.