Il cambiamento climatico diventa alleato dell’agricoltura grazie a due progetti dell’Università di Milano per rendere più efficiente il consumo di acqua e combattere lo spreco, dedicati soprattutto a vigneti e coltivazioni di mais e riso. Il primo permette di utilizzare l’irrigazione anche come protezione da gelate primaverili e ondate di calore estive, mentre il secondo punta a riutilizzare acque reflue depurate, indirizzandole direttamente al settore agricolo.
Gli effetti del cambiamento climatico, come l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi, stanno creando criticità anche nel settore vitivinicolo, che fino ad ora si era dimostrato maggiormente resiliente. In questo ambito si inserisce il progetto Adam (Adattamento al cambio climatico con irrigazione multifunzionale per la viticoltura), cofinanziato da Regione Lombardia. Il nuovo metodo di irrigazione, che associa quello automatizzato a goccia con quello tramite spruzzatori, è stato sperimentato presso alcuni vitigni di Chardonnay. I risultati mostrano che l’erogazione continua dell’acqua permette di proteggere le gemme in primavera, creando uno strato di ghiaccio in continua formazione, e di abbassare le temperature dell’aria tra i 2,5 e i 3 gradi durante l’estate.
L’acqua è protagonista anche del secondo progetto, Dwc (Digital Water City), a cui l’Università di Milano partecipa con altre capitali europee, tra cui Berlino, Parigi e Copenaghen. Il progetto prevede un utilizzo irriguo per le acque reflue, partendo dal depuratore situato a Sud di Milano (Peschiera Borromeo): è stato creato un unico percorso che si sviluppa dal momento della produzione delle acque reflue, al loro trattamento ed al controllo qualità, fino al riuso in agricoltura. In questo modo, l’acqua trattata non viene più scaricata nel fiume Lambro, come succede ora, ma controllata durante tutto il percorso e riutilizzata direttamente per l’irrigazione attraverso impianti ad alta efficienza.