TRIESTE (ITALPRESS) – Per lo studio e la presa in carico dei cittadini affetti da Alzheimer, la Regione ha sviluppato molteplici azioni. Oltre 460mila euro in tre anni saranno impiegati per l'implementazione e il monitoraggio dell'attuazione del Piano nazionale delle demenze (Pnd) calato, in Fvg, nel Piano triennale regionale Alzheimer e demenze. Lo ha sottolineato il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia che questa mattina è intervenuto a Trieste in occasione dell'iniziativa "E se perdi il bus dei ricordi?" promosso dall'associazione De Banfield in occasione della Giornata internazionale dell'Alzheimer. Attraverso una speciale corsa viola della Trieste Trasporti, è stato stato spiegato cosa significhi convivere con la demenza e come può essere il rapporto tra la persona malata e il cargiver, grazie a un percorso tra alcuni dei luoghi di maggiore interesse della città. Il vicegovernatore con delega alla Salute ha spiegato che con i fondi messi a disposizione dalla Regione si va a migliorare la protezione sociale delle persone affette da demenza e si va a garantire la diagnosi precoce, oltre alla presa in carico tempestiva delle persone affette dalla malattia di Alzheimer. Lo si farà anche tramite l'acquisto di apparecchiature sanitarie dedicate. Ha detto poi che oggi più che mai è necessario intervenire su questo fronte, per la mutata composizione della comunità del Friuli Venezia Giulia sotto il profilo anagrafico: la nostra è infatti la seconda regione in Italia per anzianità. Vivere di più significa adeguare il sistema (soprattutto sanitario, ma non solo) a questi nuovi assetti demografici, per dare una risposta adeguata e appropriata di salute. In questo il Sistema sanitario regionale ha stretto un fortissimo legame con il terzo settore, percorrendo la via della de-ospedalizzazione per le cronicità. Una prima linea di intervento attivata dalla Regione per la cura delle demenze riguarda la sperimentazione, valutazione e la diffusione di interventi di tele-riabilitazione per migliorare la partecipazione, l'inclusione e la qualità della vita del paziente. Una seconda linea riguarda la sperimentazione, la valutazione e la diffusione dei trattamenti psicoeducazionali, cognitivi e psicosociali nella demenza: studi clinici hanno messo in evidenza, infatti, come i cosiddetti "trattamenti non farmacologici" abbiano un impatto positivo sui sintomi neuropsichiatria, sulla cognitività e sulla qualità della vita, migliorando l'interazione del paziente con l'ambiente e riducendo i livelli complessivi di disabilità. (ITALPRESS). – foto ufficio Stampa Regione Fvg – fag/com 21-Set-22 15:18