domenica, 22 Dicembre, 2024
Agroalimentare

Pacchetto anticrisi Ue non convince il settore agricolo

Il pacchetto proposto dalla Commissione europea per contrastare la crisi energetica, secondo il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari include alcuni elementi di criticità per le imprese che dovranno essere chiariti al più presto. “Oltre a contestare l’assenza di qualsiasi riferimento alla fissazione di un tetto al prezzo delle importazioni di gas evidenziamo la necessità che il taglio obbligatorio dei consumi energetici nelle ore di punta dovrà essere modulato con le esigenze e la specificità dei cicli produttivi delle imprese. La produzione di energia elettrica con fonti diverse dal gas è meno costosa”, ha dichiarato il coordinamento.

“È giusto tenerne conto nella situazione di emergenza che stiamo attraversando. Allo stesso tempo, però, occorre fare in modo di non ostacolare la diffusione delle fonti rinnovabili che rappresentano la via immediata e diretta a disposizione per annullare la dipendenza dalle importazioni di gas dalla Federazione Russa e supportare la transizione ecologica”, ha aggiunto.   “Le proposte della Commissione europea prevedono forme di tassazione dei superprofitti, il cui gettito sarebbe a disposizione degli Stati membri per intervenire in modo discrezionale a sostegno di famiglie e imprese. La soluzione non appare, allo stato, particolarmente convincente, attesa l’aleatorietà del concetto di extraprofitto e le difficoltà oggettive di incamerare tali risorse, attestate dall’esperienza maturata a livello nazionale” ha sottolineato.

“Sotto altro profilo non si possono sottacere preoccupazione sui tempi necessari al reperimento delle già menzionate risorse, che potrebbero rivelarsi troppo dilatati e tali da non incidere in modo tempestivo sulla situazione contingente di grave crisi che sta affliggendo le nostre imprese. Inoltre, la discrezionalità – rileva il Coordinamento – potrebbe condurre a distorsioni di concorrenza tra le imprese a seconda delle decisioni assunte a livello nazionale. In questo modo, sarebbe compromesso il regolare funzionamento del mercato unico”, ha concluso.

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