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CIA-Agricoltori: sugli Agrofarmaci la Ue sbaglia, la sostenibilità deve garantire il lavoro delle imprese

venerdì, 9 Settembre 2022
1 minuto di lettura

Un mondo sostenibile e Green è possibile ma non a danno degli agricoltori. È il senso della allarme della Cia-Agricoltori Italiani che osserva come la sostenibilità ambientale rischia di mettere in crisi la tenuta economica degli agricoltori, “impegnati nella produzione di cibo per contribuire alla sicurezza alimentare del Paese”.

Obiettivi Ue penalizzanti

Il motivo del timore della Confederazione è legato alla proposta della Commissione Ue che dall’originario 50% previsto per il 2030, arriverebbe addirittura a una riduzione del 62% dell’uso degli agrofarmaci chimici e
al -54% delle sostanze attive candidate alla loro sostituzione nella protezione delle colture. “Cia contesta con forza questi obiettivi di riduzione”, sottolinea in una nota la Confederazione, “che mancano di gradualità e sono stati fissati dalla Commissione in maniera del tutto arbitraria, privilegiando il solo impatto comunicativo”.

L’errore del nuovo regolamento

Per la Cia-Agricoltori l’errore di valutazione nasce dalla proposta del nuovo regolamento Ue che si basa sull’intensità d’uso dei prodotti fitosanitari che, “nei paesi mediterranei”, spiega in un documento la
Cia, “è naturalmente maggiore che nel resto d’Europa per la preponderanza di colture altamente specializzate”.

Riduzione, sforzi compiuti

Secondo la Confederazione, la Commissione dimentica gli sforzi già compiuti nella riduzione dei prodotti fitosanitari dall’Italia, “che è il primo in Europa sia per superficie agricola biologica, sia per aver adottato la certificazione di qualità per la produzione integrata”. La Confederazione fa presente nel documento “sostiene, da sempre, l’obiettivo globale di riduzione degli agrofarmaci, come testimoniato dal progetto con Ibma e dalla collaborazione con Aipp, associazione per la protezione delle piante, una delle principali società scientifiche italiane”.

Protezione delle colture

Il progetto Ibma è mirato ad ampliare la diffusione e la sperimentazione delle tecniche di biocontrollo per la difesa integrata delle colture.
“L’obiettivo è di costruire un nuovo modello operativo funzionale a tutto il mondo agricolo, che risponda in maniera incisiva agli obiettivi di sostenibilità richiesti dal Green Deal”, evidenzia la Confederazione,
“Cia non crede, infine, che obiettivi di riduzione quantitativa vincolanti a livello europeo siano l’approccio giusto, anche per la scarsa rilevanza dei dati disponibili; appare, invece, più efficace”, propone la Confederazione, “la strada dell’adozione della difesa integrata da parte degli agricoltori, per la quale però sono necessari una maggiore disponibilità di agrofarmaci a basso impatto, linee guida chiare e supporto tecnico all’agricoltore”.

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