Le sfide energetiche globali del futuro, il Gnl, l’idrogeno, le soluzioni a basse emissioni di carbonio e le tecnologie per il clima sono state al centro del Salone Gastech che si è appena concluso con un record di presente, dimostrando che il settore si sta muovendo più velocemente delle autorità di regolamentazione nello stabilire i parametri di riduzione del carbonio e della gestione e misurazione delle emissioni. “È fantastico vedere come il settore stia spingendo, e non frenando, la transizione energetica”, ha commentato il vicepresidente senior per il comparto finanziario del settore del petrolio e del gas di Macquarie Group, Nick Milne. “Quello che emerge chiaramente da Gastech 2022 è che l’impegno nella transizione energetica ha il sostegno e la spinta dell’industria“, ha aggiunto il vicepresidente senior di Worley, Paul Sullivan. Ma la strada è lunga e Christiana Figueres, ex segretario esecutivo dell’Unfcc nonché una degli artefici dell’accordo sul clima di Parigi, ha sfidato i partecipanti a passare dalle parole ai fatti.
Procede spedito il piano Eni per ridurre la dipendenza da gas russo
Venti ministri provenienti da India, Nigeria, Ghana, Egitto e molti altri Paesi hanno presentato i propri piani per la transizione energetica, confrontandosi con 120 CEO e leader delle più grandi aziende del settore, tra cui Eni, Tellurian, Baker Hughes e Chevron. “Il lavoro che abbiamo fatto – fa sapere Guido Brusco, chief operating officer natural resources di Eni – è servito a pianificare la sostituzione del gas che Eni importa dalla Russia con altro gas che sta arrivando e dovrà arrivare da altri Paesi, prevalentemente di nostra produzione. Questo piano ci consentirà di sostituire circa 20 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo entro il 2025″.
L’Egitto condanna Putin
Dura la condanna del ministro del Petrolio egiziano, Tarek el Molla, alla politica di Putin: “Giocare con le risorse energetiche, con i prezzi dell’energia, con la stabilità energetica, con la sicurezza energetica è molto pericoloso e mette in difficoltà le economie, la stabilità dei Paesi e sfortunatamente può portare a tassi di inflazione sempre più alti che portano verso la recessione. Alla fine i Paesi che stanno nel mezzo soffrono per quello che sta accadendo”, ammettendo, però le difficoltà a porre un tetto al prezzo del gas e temendo le reazioni russe.
Caccia alle grandi navi “metaniere” che sostituiscono le vecchie petroliere
La ricerca della decarbonizzazione ha reso centrale il Gas naturale liquido. Il suo trasporto via mare è diventato uno dei temi strategici della crisi energetica, iniziata con la pandemia e poi esplosa con la guerra. In questi mesi è scattata una vera e propria caccia all’acquisto o all’affitto di navi metaniere e rigassificatori galleggianti che portano il Gnl da un capo all’altro del globo. A questo mercato si affianca quello dei rigassificatori galleggianti (Fsru), terminali in grado di stoccare e rigassificare il gas naturale. A livello globale sono presenti oltre cinquanta navi, di cui pochissime ancora disponibili per essere acquistate o noleggiate. Negli ultimi mesi, in particolare in Europa, si è scatenata una spasmodica ricerca per riuscire ad accaparrarsene una. I tedeschi sono riusciti ad aggiudicarsi cinque rigassificatori galleggianti in noleggio, due gli olandesi e uno l’Estonia. L’Italia, attraverso la società Snam, ha acquistato due unità galleggianti che favoriranno una maggiore sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti energetici.