La Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità (CIDA) e i medici del SSN rappresentati da CIMO-FESMED si sono detti soddisfatti per l’aumento delle borse di studio destinate alle scuole di specializzazione e la medicina generale, ma chiedono che il nuovo Governo delinei al più presto una riforma innovativa dei test di ingresso capace di garantire anche qualità nella formazione di nuovi medici.
“L’istruzione è uno dei principali pilastri su cui basare la crescita economica e sociale e lo sviluppo civile e culturale di ogni sistema paese; quindi, non possiamo permetterci di porla in secondo piano”,
ha detto, Guido Quici, vicepresidente CIDA e presidente della Federazione CIMO-FESMED.
“Il problema della carenza di personale sanitario non è causato dal numero chiuso, ma dal numero insufficiente di contratti per le scuole di specializzazione in medicina e delle borse di studio per i corsi di formazione in medicina generale. Un problema affrontato dal Ministro Speranza negli ultimi due anni con l’aumento significativo delle borse, che consentirà progressivamente di risolvere la carenza di medici. L’abolizione della selezione all’ingresso delle Facoltà di Medicina e Chirurgia è quindi una proposta miope. Il prossimo Governo dovrà assicurare un numero di posti adeguato al reale fabbisogno, abolire il tetto di spesa sul personale che impedisce le assunzioni e migliorare le condizioni di lavoro per bloccare la fuga dei medici dal Servizio sanitario nazionale”, ha concluso
“Esiste un problema e deve essere affrontato e ci auguriamo che il prossimo Governo si impegni ad aumentare i posti a disposizione della facoltà di medicina in correlazione alle esigenze delle nostre strutture sanitarie da adeguare alle necessità dei nostri territori. Dobbiamo quindi affrontare il problema sia dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro sia dal punto di vista del riconoscimento professionale. Serve inoltre una risposta concreta ai nostri studenti che, uscendo dalla scuola superiore, decidono di intraprendere il percorso professionale nell’ambito della medicina: un percorso rimasto impervio, ma non sempre adeguato ai reali bisogni dei cittadini”, ha detto Giorgio Rembado, presidente di FP-CIDA