martedì, 17 Dicembre, 2024
Attualità

“Impresa facile a San Marino, con semplificazione di atti e procedure”

Intervista a Fabio Righi Segretario di Stato sanmarinese

Il Segretario di Stato di San Marino, conosciuta anche come Repubblica del Titano, Fabio Righi ha una visione positiva e rassicurante del prossimo futuro. Annuncia le iniziative economiche, quelle che daranno una maggiore spinta al mondo delle imprese e degli affari. Nel contempo sono stati avviati strumenti utili allo sviluppo di società e quindi della finanza e della crescita. Una strada che porterà più aziende e maggiori occasioni di business.

Segretario Righi, Lei ha una idea meno dura dei giorni che ci aspettano. Ha di recente osservato che nonostante pandemia e guerra, gli indicatori sono positivi. Può entrare nel merito di questa sua previsione?
In realtà la mia idea rispetto ai giorni che ci aspettano e che attendono il settore economico non sono difformi da quella di coloro che vedono nell’immediato futuro un periodo particolarmente complesso dal punto di vista economico, le vicende che si sono sviluppate a livello, di fatto, mondiale portano con se inevitabili conseguenze che, tuttavia, un Paese piccolo come la Repubblica di San Marino potrebbe meglio gestire.

Laddove si sarà in grado, infatti, di velocemente porre in essere quegli interventi che, grazie alle dimensioni in termini non solo territoriali ma sistemici, San Marino potrebbe assumere con un tempismo del tutto differente rispetto ad altri stati sono convinto che la difficile situazione potrebbe essere tutto sommato gestita meglio che in altri Paesi.
I dati economici della Repubblica sono ad oggi particolarmente positivi ed in crescita ma questo non può e non deve distogliere l’attenzione sulla necessità di porre in essere interventi che tutelino l’immediato futuro e non mi riferisco semplicemente ad iniezioni di liquidità o a classiche manovre economiche di riequilibrio dei conti che, peraltro, richiederebbero risorse di cui il Paese non dispone in ragione anche del non accesso ai fondi Europei ma di interventi che velocemente possano far evolvere il Paese in modo che lo stesso possa attrarre nuova economia essendo in grado di creare prima di altri nuove opportunità aderenti alle esigenze dei tempi che stiamo vivendo e alle sfide che il pianeta sta affrontando come quello della transizione digitale ed ecologica.

Lei in più occasioni ha sottolineato come il futuro sarà fatto di “strumenti adeguati” e innovativi. Può farci degli esempi?
La domanda è molto ampia cercherò per quanto possibile di riassumere non tanto i singoli interventi quanto la visione all’interno della quale collocare poi i singoli e precisi interventi siano essi normativi o infrastrutturali.

Prima di tutto va ricordato che ormai da oltre 10 anni la Repubblica di San Marino ha abbandonato quelle leve economiche che caratterizzavo in tempi passati il proprio modello (segreto bancario, anonimato societario, leva fiscale) da quel momento in avanti vi è stata un’oggettiva difficoltà a elaborare un progetto di sviluppo economiche che permettesse al Paese di poter presentare un nuovo modello, chiaro, sul piano internazionale: in altre parole quali sono le ragioni oggi che dovrebbero portare nuove imprese a guardare al sistema San Marino? Cosa si può fare a San Marino che in altri Paesi non si può fare perché magari mancano le norme o si può fare meglio? Nel rispondere a queste domande, tenuto conto delle dimensioni territoriali e del fatto che i settori ad alto valore aggiunto possano essere oggi la migliore soluzione, anche in un’ottica di internazionalizzazione, si è impostato un progetto che possa portare San Marino a presentarsi, nell’immediato futuro, sul piano internazionale, come hub tecnologio o meglio come hub di soluzioni innovative tanto nello svolgimento dell’operatività “classica” quanto nelle nuove frontiere dell’economia, della finanza ecc., e questo non solo nell’ottica di tutelare il sistema economico esistente, con la creazione di nuove opportunità, come già detto, ma anche di attrarre nuove realtà in un contesto competitivo.
Sulla base di questa idea e visione gli interventi proposti, alcuni già realizzati alcuni in corso di definizione, mirano da una parte ad adeguare il sistema laddove nel tempo non si sia particolarmente sviluppato ad esempio sul piano della digitalizzazione (di fatto a San Marino non esiste ancora oggi uno strumento di identità digitale) la Repubblica, per il tramite del Ministero che dirigo, ha concluso uno storico Memorandum of Understanding con un partner del calibro di Amazon Web Services che potrà garantire una più veloce crescita del sistema nel settore, dall’altro a sviluppare il sistema in settori innovativi come quello degli asset digitali blockchain per le imprese, degli E-sport, del fintech, del marchi e brevetti, delle start up ecc…

C’è un aspetto, nell’insieme delle riforme da lei presentate, che puntano sulla semplificazione degli atti e procedure. Un salto di qualità che porterà a favorire l’appeal del territorio a favore delle imprese. Come ha costruito questo progetto?
Come già detto nella risposta precedente alcuni interventi sono mirati a colmare i gap oggi esistenti e a ristrutturare quanto esiste al fine di renderlo adeguato alle esigenze del mondo moderno. In questo senso rendere le norme e i processi esistenti semplici, facili da capire e rapidi nell’esecuzione ritengo sia un punto fondamentale. Se in grandi paesi con milioni di abitanti un’attività economica o una società può essere avviata in 24 ore credo che in un Paese come San Marino, con un territorio di 61 chilometri quadrati e con 37.000 abitanti, si debba ottenere lo stesso risultato quantomeno in 12 ore. Il progetto oggi impostato è stato costruito con l’intento di gettare le basi di questo obbiettivo e partendo dal riordino, la semplificazione e il potenziamento delle norme in materia di imprenditoria il che ha portato all’elaborazione un testo di legge molto più snello sul punto ma anche ad altri interventi che vanno dal settore dei controlli (chi vuole operare seriamente tiene molto alla sicurezza del proprio business e alla certezza dello stesso) alla previsione di nuove e competitive forme societarie e all’apertura di nuovi ed innovativi settori secondo le direttrici del green e del digitale.

Società che apriranno a “zero euro” si tratta di una innovazione che porterà benefici. Ci può illustrare quali?
Nel solco del percorso di semplificazione è stata di recente emanata una nuova norma che di fatto crea l’effetto di non richiedere necessariamente il versamento del capitale sociale. Dire “società a zero euro” rende l’idea ma non è del tutto corretto perché con il provvedimento si è intervenuti sulla modalità di versamento del capitale sociale creando di fatto l’effetto di un’apertura di una ad un costo molto ridotto pur garantendo la presenza del capitale sociale. Sono sempre stato dell’idea che le società ad 1 euro siano un incentivo alla deresponsabilizzazione dell’imprenditore piuttosto che un incentivo vero e proprio.

Quindi mentre prima vi era la necessità di fisicamente depositare somme di denaro pari al capitale sociale della società costituita per gli importi richiesti dalle varie forme previste oggi è possibile sostituire quel versamento con il rilascio di una fideiussione bancaria che può stare in luogo del versamento.
Intervento forse banale ma che porta con se un risultato più culturale e teorico che è quello di avvicinare gli istituti bancari all’impresa incentivando nel rilascio della fideiussione una più attenta analisi del progetto imprenditoriale dall’altro quello di non versare direttamente somme di denaro in fase di avvio dell’attività avendo al contempo una garanzia rispetto al capitale sociale stesso. Nella prassi il capitale sociale versato viene o veniva immediatamente speso magari in attività di impresa ma che poteva far venir meno la garanzia che il capitale dovrebbe rappresentare in questo modo contemperando questa natura si semplifica di fatto l’avvio dell’attività stessa. In altre parole e semplicisticamente parlando si garantisce una maggiore flessibilità al momento dell’avvio dell’attività con costi molto ridotti in ragione del fatto che il costo di una fideiussione è minore rispetto a quello del capitale sociale anche minimo previsto dall’ordinamento.

Lei è stato chiaro nel voler garantire la privacy finanziaria, nel rispetto delle regole. Ha spiegato le nuove linee: protezione dei dati e impegno nella cura delle garanzie. Cosa vuole aggiungere a queste proposte che sono un svolta nel garantire maggiore competitività e nel contempo un business in crescita?
Credo che per San Marino creare un contesto dove la privacy economica possa trovare una tutela rafforzata nel pieno rispetto delle irrinunciabili prerogative di trasparenza e di controllo possa essere e divenire elemento di grande competitività.

Mi spiego meglio: uno stato piccolo come San Marino se adeguato sul piano normativo e degli strumenti è in grado di avere massimo controllo e massima velocità nei tempi di reazione in caso di alerts di distorsione al punto che potrebbe proporre strumenti tanto normativi quanto giuridici e fisici come ad esempio forme societarie dedicate che permettano di accedere ad un sistema di sicurezza business nazionale che, sotto il massimo controllo degli organi deputati nel rispetto dello scambio delle informazioni a livello internazionale secondo le best practices in uso, possa garantire una massima riservatezza in base alle esigenze economiche del mondo imprenditoriale e con notevole abbattimento di costi per l’impresa, costretta oggi a prevedere spesso atti che portano con se un ingente dispendio di risorse per il raggiungimento di questo obiettivo.
Sul punto ci sono oggi alcune proposte che sottoporrò al vaglio del mio governo nel contesto della visione di sviluppo sommariamente descritta nell’ambito di questa intervista.

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